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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2018 N 42

N°42 – COME GESU’ CHI VUOLE ESSERE GRANDE SIA SERVITORE

Giovanni, non un apostolo qualunque ma il preferito, il più vicino, il più intuitivo, chiede per sé e
per suo fratello i primi posi. E l’intero gruppo dei dieci immediatamente si ribella, unanime nella
gelosia.

È come se finora Gesù avesse parlato a vuoto: «Non sapete quello che chiedete!».

Ed ecco le parole con cui Gesù spalanca la differenza cristiana: «tra voi non sia così».

I grandi della terra dominano sugli altri… Tra voi non è così!

Credono di governare con la forza… non così tra voi!

Chi vuole diventare grande tra voi. Una volontà di grandezza è innata nell’uomo: il non accontentarsi, il “morso del più”, il cuore inquieto.

Gesù non condanna tutto questo, non vuole nel suo regno uomini e donne incompiuti e sbiaditi,
ma pienamente fioriti, regali, nobili, fieri, liberi.

La santità non è una passione spenta, ma una passione convertita: chi vuole essere grande sia
servitore. Si converta da “primo” a “servo”. Cosa per niente facile, perché temiamo che il servizio sia
nemico della felicità, che esiga un capitale di coraggio di cui siamo privi, che sia il nome difficile, troppo difficile, dell’amore.

Come sarebbe l’umanità se ognuno avesse verso l’altro la premura umile e fattiva di Dio? Se ognuno si inchinasse non davanti al potente ma all’ultimo?

Noi non abbiamo ancora pensato abbastanza a cosa significhi avere un Dio nostro servitore. Il padrone fa paura, il servo no. Cristo ci libera dalla paura delle paure: quella di Dio. Il padrone giudica e punisce, il servo non lo farà mai; non spezza la canna incrinata ma la fascia come fosse un cuore ferito.
Non finisce di spegnere lo stoppino dalla fiamma smorta, ma lo lavora finché ne sgorghi di nuovo il fuoco. Dio non pretende che siamo già luminosi, opera in noi e con noi perché lo diventiam

Se Dio è nostro servitore, chi sarà nostro padrone? Il cristiano non ha nessun padrone, eppure è il servitore di ogni
frammento di vita. E questo non come riserva di viltà, ma come prodigio di coraggio, quello di Dio in noi, di Dio tutto in tuffi.

Don Alfredo Di Stefano

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