L’Assemblea pastorale di domenica 31 gennaio nella chiesa di S. Lorenzo m. ad Isola del Liri è stata unA vera esperienza di comunità che si incontra e si ritrova intorno alla Parola, insieme a due suoi Pastori, fraternamente uniti da vincoli di amicizia e di condivisione dello stesso Mistero, dello stesso Ministero, della stessa Missione.
Sono passati solo 4 mesi da quando don Mario Santoro ha lasciato la parrocchia, dopo averla guidata per 14 anni con sincera passione e con altrettanto amore oggi don Alfredo ne continua il cammino, intrecciando innovazione e continuità. E proprio loro erano sull’altare domenica sera, prima per la celebrazione eucaristica, poi per il momento assembleare.
La gente è stata felice di vederli insieme, quasi con senso di completezza ed il grazie è sgorgato spontaneo nel cuore di tutti, diviso in egual modo per ambedue i sacerdoti. Se la Messa è stata partecipata e seguita come e più del solito, l’Assemblea si è rivelata un momento forte di formazione, di conoscenza e di riflessione. Aperta con la lettura di un passo della Bolla di indizione dell’Anno giubilare, che ci invita a contemplare il mistero della misericordia di Dio in Gesù di Nazaret, la voce si è fatta corale con la bella preghiera scritta da Papa Francesco per il Giubileo.
Quindi, dopo il saluto del parroco, la parola è passata a don Mario, che ha introdotto il tema dell’ Assemblea illustrando un sorprendente quadro del Caravaggio, intitolato appunto “Le sette opere di misericordia corporale”, conservata presso il Pio Monte della Misericordia a Napoli. Ha poi precisato il senso ed il significato di parole, come “misericordia” e “compassione”, che ci diverranno ancor più familiari in questo Anno con tutto il loro carico di storia, presenti già tra le pagine dell’Antico Testamento con termini diversi, quali “hesed” = benevolenza, che dice come Dio è legato al suo popolo con la tenerezza e l’amore di Padre, mentre “rahamin” = viscere materne, sta ad indicare lo stretto rapporto di vita, sentimenti ed emozioni che intercorre tra madre e figlio, già nell’utero materno. Ci ha sollecitato a vivere l’amore misericordioso di Dio, che mai si vergogna di noi ed ha sottolineato come l’indulgenza, che tanto nei secoli scorsi è stata fonte di discordie all’interno della Chiesa, si ottiene anche compiendo un’opera di misericordia con cuore sincero.
E’ stato simpatico ripassare –almeno per chi a suo tempo li aveva imparati a memoria- i nomi delle 14 opere attualizzandole ai nostri giorni, grazie anche a tre belle testimonianze laicali. Il prof. Antonio Rinaldi, docente presso la Casa Circondariale di Frosinone, ci ha “tuffati” in quel mondo delle carceri, che sentiamo quasi sempre distante e difficile da capire e da integrare alla nostra vita di cristiani. Poi è stata la volta di Armando Caringi, un volontario della prima ora dell’Associazione “Il Faro” di Sora, che da 25 anni si occupa delle fragilità giovanili e di ogni tipo di dipendenza. Infine, l’esperienza di un’insegnante di religione nel Liceo Scientifico di Sora, Sandra Pantanella, ha portato a cogliere l’importanza dell’ascolto, che presuppone il bisogno di chinarsi su chi è nel dubbio o nell’afflizione, nell’ignoranza e nel peccato, così come il Samaritano si chinò sull’uomo malmenato dai briganti.
Una preghiera di lode e l’invito ad essere “misericordiosi come il Padre”, hanno scritto la parola fine a questo momento assembleare, che ci apre ad un cammino di fede e di carità lungo un anno.