Carissimi,
l’annuale celebrazione della festa della nostra Patrona, è sempre un momento importante e un’occasione propizia per guardare alla nostra Città con intelligenza e con fede.
La nostra Chiesa e la nostra Città si sono sempre sentite sicure dell’intercessione della Madonna di Loreto tanto che il 7 Febbraio 1830 il Decurionato di Isola deliberò sulla scelta di avere la Madonna di Loreto come speciale e vera protettrice celebrandone ogni anno la festa solenne.
La tradizione ci parla di angeli che hanno trasportato in volo la casa di Nazareth fin nelle nostre terre. Forse non è andata proprio così, ma questo episodio ci suggerisce una riflessione.
Maria, giovane donna che probabilmente non si era mai mossa da Nazareth, subito dopo l’annuncio dell’arcangelo Gabriele, avendo saputo della cugina Elisabetta, si mise ‘in fretta’ in viaggio per andare da lei. Un cammino a piedi non facile e non privo di pericoli, lungo i sentieri tortuosi e polverosi del tempo, percorsi, forse, dalle carovane dei commercianti orientali. Da quell’incontro con l’arcangelo Gabriele incomincia per lei una vita di movimento.
Da qui la Chiesa è icona di un cammino mai concluso, sempre aperto al futuro, un cammino, faticoso, forse, ma bello perché abbraccia gli altri e ci pone accanto a ciascuno. In questa occasione mi piace scrivervi una lettera per dar voce alle tante domande di verità e di vita che sgorgano dal cuore della nostra gente, incontrata ed ascoltata quotidianamente nel corso di questi due anni di ministero ad Isola del Liri.
Do’ voce, innanzitutto, alle tante domande di speranza e di futuro, che abitano il cuore dei nostri giovani, stanchi dell’impossibilità a progettare la loro vita, perché tormentati da prospettive sempre più cupe e deludenti.
Do’ voce alle troppe domande di disincanto e di paura di chi ha perso la fiducia e la pazienza perché non riesce più a lottare per la sopravvivenza.
Do’ voce a quanti, in questa nostra Città, chiedono a tutti, credenti e non, ancor prima che al Signore o alla nostra Celeste Patrona, di essere ‘consolati’, nel senso letterale dell’etimo latino, cioè di non essere lasciati soli nel difficile percorso della vita.
Faccio mie le parole di Papa Francesco, pronunciate al Sacrario militare di Redipuglia: “la cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere… generano solo la risposta di Caino: ‘A me che importa? Sono forse io il custode di mio fratello?’ (Gen 4,9)”. Noi non possiamo ripetere la risposta di Caino! Noi non vogliamo ripetere: ‘a me che importa?’
Ascoltare, consolare, assumersi le proprie responsabilità vuol dire guardare all’uomo riconoscendo in lui la dignità di essere persona e non un numero da sommare ad altri.
Per noi credenti, si tratta di coniugare la grammatica della fede con l’alfabeto della vita, perché una fede disincarnata o fatta solo di pie devozioni, non è fede. Essa deve profumare di Vangelo e tradursi in buona prassi di vita, misurandosi con le sfide di un mondo che cambia.
E’ necessario che un concetto oggettivo di bene animi ogni azione a favore della nostra Città, ponendo a suo fondamento il valore del bene, quello oggettivo e non quello egoistico dell’interesse personale.
Per questo dobbiamo far crescere la consapevolezza che tutti noi e ciascuno di noi può offrire alla Città il proprio umile servizio, perché tutti abbiamo a cuore l’uomo, soprattutto chi di più necessita della rigenerante e consolante parola del perdono e della misericordia.
Mi chiedo e vi chiedo: A chi giova se ci screditiamo a vicenda? Chi diventa migliore se lasciamo scendere ombre sulla pulizia e l’onestà di tutti, uomini e donne, famiglie, istituzioni civili e chiesa compresa? Che futuro di speranza diamo ai nostri giovani, se li educhiamo a… sospettare di tutto e di tutti?
Aiutiamoci, invece, in questo nobile ma difficile processo educativo che è, innanzitutto, un cammino di conversione al Vangelo di Gesù! Chiediamolo, come dono particolare, alla nostra Patrona, la Madonna di Loreto, da sempre venerata come Avvocata del popolo Isolano.
E tu, dolce Madre, volgi il tuo sguardo su questa tua e nostra città, sulla nostra gente, sulle famiglie, sugli anziani sempre più soli, sui poveri e, soprattutto, sui giovani!
Guardaci con tenerezza, Maria, come solo una Madre sa fare! Guardaci, benedicici, incoraggiaci, proteggici e custodiscici! Amen
Isola del Liri, 10 Dicembre 2017
Don Alfredo Di Stefano