Dove è Dio?
Dio, il grande assente, che crea e poi si ritira dalla sua creazione.
La sua assenza ci pesa, eppure è la garanzia della nostra libertà.
Se Dio fosse qui visibile, inevitabile, incombente, chi si muoverebbe più?
Un Dio che si impone sarà anche obbedito, ma non sarà amato da liberi figli.
E l’uomo?
E’ colui che attende Dio con i fianchi cinti, cioè pronto ad accoglierlo, a essere interamente per lui e con le lucerne accese, perché è notte.
Anche quando è notte, quando le ombre si mettono in via; quando la fatica è tanta, quando la disperazione fa pressione alla porta del cuore, non mollare, continua a lavorare con amore e attenzione per la tua famiglia, la tua comunità, il tuo Paese, la madre terra.
Vale molto di più accendere una piccola lampada nella notte che imprecare contro tutto il buio che ci circonda.
E l’uomo?
E’ colui che attende Dio sveglio: si attende così solo se si ama e si desidera, e non si vede l’ora che giunga il momento dell’incontro. In verità vi dico, -quando dice cos, assicura qualcosa di importante- li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
È il momento commovente, sublime di questo racconto, il momento straordinario, quando accade l’impensabile: il Signore si mette a fare il servo!
Dio viene e si pone a servizio della mia felicità! L’atteggiamento sorprendente del Signore: e passerà a servirli.
È l’immagine clamorosa che solo Gesù ha osato, di Dio nostro servitore, che solo lui ha mostrato cingendo un asciugamano.
E l’uomo?
E’ colui che può dire: questo Dio è il solo che io servirò, tutti i giorni e tutte le notti della mia vita.
Il solo che servirò perché è il solo che si è fatto mio servitore.