Una donna sfida tutte le buone consuetudini, calpesta i rituali abituali e si lascia condurre dal suo cuore, un cuore inquieto, un cuore che sente che quel Gesù non l’avrebbe disprezzata, non l’avrebbe cacciata.
Va diritta davanti a lui, non gli chiede permesso, fa una cosa inaudita, sconveniente: con le mani e le lacrime, con i capelli, tocca e profuma i suoi piedi.
Lei ha capito il cuore di Gesù: “Simone, tu non mi hai dato un bacio, questa donna invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi”.
Dal poco al molto amore: Gesù desidera essere amato, va in cerca di persone e ambienti pronti a dargli affetto. Il racconto rivela tutta l’umanità di Gesù. Gesù non solo dà affetto, ma sa anche riceverlo. Ama e si lascia amare, e in questo atteggiamento la sua umanità e la sua divinità si riconoscono, si ricongiungono.
Come cristiani potremo diventare come Simone, credenti molto religiosi, ma anche molto duri.
La fede prima di tutto restituisce grande sensibilità al nostro cuore: è sempre risposta all’amore di Dio, non solo osservanza di regole.
Molto le è perdonato perché molto ha amato. La fede non va compresa come un insieme di dogmi e di doveri, con molte leggi e poco profumo. Gesù invece va dritto al cuore: ama, hai fatto tutto.
Quella donna ci testimonia che un solo gesto d’amore, anche se muto e senza eco, è più utile per questo nostro mondo dell’azione più clamorosa, dell’opera più grandiosa: questa è la vera rivoluzione portata da Gesù, possibile a tutti, possibile a me, ogni giorno.
Ecco la nostra comunità parrocchiale: far sì che il profumo della fede e dell’amore si diffonda in
tutta la nostra città!