Gesù prende con sé Pietro e Giovanni e Giacomo, i primi chiama, e li porta con sé, su un alto monte. Li conduce là dove la terra s’innalza nella luce. Il suo volto brillò come il sole: il volto è l’espressione del cuore. Il volto dell’uomo è comprensibile solo a parre da Gesù. Ogni uomo abita la terra come un’icona di Cristo incompiuta, che viene dipinta progressivamente lungo l’intera esistenza su un fondo d’oro già presente dall’inizio e che è la somiglianza con Dio.
E le sue ves divennero bianche come la luce: la gloria è così eccessiva che non si ferma al volto, neppure al corpo intero, ma tracima verso l’esterno e cattura la materia degli abi e la trasfigura. Se la veste è luminosa sopra ogni possibilità umana, quale sarà la bellezza del corpo?
Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia: Mosè sceso dal Sinai con il volto imbevuto di luce e di vento, Elia rapito in un carro di fuoco e di luce. Allora, Pietro, stordito e sedoo da ciò che vede, balbea: è bello per noi essere qui. Stare qui, davan a questo volto, che è l’unico luogo dove possiamo vivere e sostare. Qui siamo di casa, altrove siamo sempre fuori posto. Altrove non è bello e possiamo solo pellegrinare, non stare. Qui è la nostra identà, abitare anche noi una luce, una luce che è dentro la nostra creta e che è il nostro futuro.
Non c’è fede viva e vera che non discenda da uno stupore, da un innamoramento, da un “che bello!” gridato a pieno cuore, come Pietro sul Tabor. Ma come tu*e le cose belle la visione non fu che la freccia di un a5mo: e una nube luminosa li coprì
con la sua ombra.
Venne una voce: quel Dio che non ha volto, ha invece una voce. Gesù è la Voce diventata Volto. Il Padre prende la parola, ma per scomparire dietro la parola di suo Figlio: ascoltate Lui. Fede fa*a d’ascolto: sali sul monte per vedere e sei rimandato all’ascolto. Scendi dal monte e rimane nella memoria l’eco dell’ulma parola: Ascoltatelo. La visione del volto cede all’ascolto del volto. Il mistero di Dio è ormai tu*o dentro Gesù. Così come anche il mistero dell’uomo. Quel volto parla e nell’ascolto divenamo come lui, anche noi imbevu di cielo.
Don Alfredo
Scarica il Giornalino: ECHI DI VITA 2017 N°32