ECHI DI VITA

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In poche parole le attività della nostra Parrocchia

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2025 N 10

2025 – Echi di Vita N°10 – CHI NON AMA, VEDE SOLO IL MALE ATTORNO A SE’

Le tre tentazioni di Gesù nel deserto, sono le tentazioni dell’uomo di sempre, quelle che vanno a demolire la fede. C’è un crescendo nelle tre prove: vanno da me agli altri e a Dio.

La prima tentazione: pietre o pane?

Una piccola alternativa che Gesù apre, spalanca. Né di pietre né di solo pane vive l’uomo. Siamo fatti per cose più grandi. Il pane è buono, è nel Padre Nostro, è indispensabile, ma più importanti ancora sono altre cose: le creature, gli affetti, le relazioni.

È l’invito a non accontentarsi, a non ridurre i nostri sogni a denaro.

Non di solo pane vive l’uomo! Il pane è buono, il pane dà vita, ma più vita viene dalla Parola di Dio.

Poi il tentatore alza la posta. Da me agli altri: io so come conquistare il potere!

Tu ascoltami e ti darò il potere su tutto…

È come se il diavolo dicesse a Gesù: Vuoi cambiare il mondo? Allora usa il potere, la forza, occupa i posti chiave. Vuoi salvare il mondo con niente, con l’amore, addirittura con la croce? Sei un illuso! Cosa se ne fa il mondo di un crocifisso in più? Vuoi avere gli uomini dalla tua parte? Assicuragli pane, autorità, spettacolo, allora ti seguiranno!

Ma Gesù vuole liberare, non impossessarsi dell’uomo, lui sa che il potere non ha mai liberato nessuno.

Il male del mondo non sarà vinto da altro male, ma per una insurrezione dei cuori buoni e giusti.

Il diavolo chiede ubbidienza e offre potere. Fa un commercio, un mercato con l’uomo. Esattamente il contrario di come agisce Dio, che non fa mercato dei suoi doni, ma offre per primo, dà in perdita, senza niente in cambio.

L’ultimo gradino è una sfida aperta a Dio, demolisce la fede facendone l’imitazione: «Chiedi a Dio un miracolo». E ciò che sembra essere il massimo della fede, ne è invece la caricatura: non fiducia in Dio, ma ricerca del proprio vantaggio; non amore di Dio, ma amore di sé, fino alla sfida.

Buttati, verranno gli angeli.

Gesù risponde «no»: «Io so che Dio è presente, ma a modo suo, non a modo mio. Dio è già in me forza della mia forza». E gli angeli mi sono attorno con occhi di luce. Non si è soli. Dio è presente, è vicino, intreccia il suo respiro con il mio. Forse non risponde a tutto ciò che io chiedo, eppure avrò tutto ciò che mi serve. Interviene, ma non con un volo di angeli, bensì con tanta forza quanta ne basta al primo passo.

Tale forza è per noi fonte di speranza in questo Giubileo che stiamo vivendo!

don Alfredo Di Stefano

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2025 N 09

2025 – Echi di Vita N°09 – CHI NON AMA, VEDE SOLO IL MALE ATTORNO A SE’

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello?

Notiamo la precisione del verbo: perché “guardi“, e non semplicemente “vedi“; perché osservi, fissi lo sguardo su pagliuzze, sciocchezze, piccole cose storte, scruti l’ombra anziché la luce di quell’occhio? Con una sorta di piacere maligno a ricercare ed evidenziare il punto debole dell’altro, a godere dei suoi difetti. Quasi a giustificare i tuoi.

Un motivo c’è: chi non vuole bene a se stesso, vede solo male attorno a sé; chi non sta bene con sé, sta male anche con gli altri. Invece colui che è riconciliato con il suo profondo, guarda l’altro con benedizione. Un occhio cattivo, invece, emana oscurità, moltiplica pagliuzze, diffonde amore per l’ombra. Alza una trave davanti al sole.

Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi. La morale evangelica è un’etica della fecondità, di frutti buoni, di sterilità vinta e non di perfezione. Dio non cerca alberi senza difetti, con nessun ramo spezzato dalla bufera o contorto di fatica o bucato dal picchio o dall’insetto.

L’albero ultimato, giunto a perfezione, non è quello senza difetti, ma quello piegato dal peso di tanti frutti gonfi di sole e di succhi buoni.

Così, nell’ultimo  giorno, quello della verità di ogni cuore, lo sguardo del Signore non si poserà sul male ma sul bene; non sulle mani pulite o no, ma sui frutti di cui saranno cariche, spighe e pane, grappoli, sorrisi, lacrime asciugate.

La legge della vita è dare. È scritto negli alberi: non crescono tra terra e cielo per decine d’anni per se stessi, semplicemente per riprodursi: alla quercia e al castagno basterebbe una ghianda, un riccio ogni 30 anni. Invece ad ogni autunno offrono lo spettacolo di uno scialo di frutti, uno spreco di semi, un eccesso di raccolto, ben più che riprodursi.

È vita a servizio della vita, degli uccelli del cielo, degli insetti affamati, dei figli dell’uomo, di madre terra. Le leggi della realtà fisica e quelle dello spirito coincidono.

Anche la persona, per star bene, deve dare, è la legge della vita: deve farlo il figlio, il marito, la moglie, la mamma con il suo bambino, l’anziano con i suoi ricordi.

Ogni uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore.

Noi tutti abbiamo un tesoro: è il cuore, da coltivare come un Eden; da spendere come un pane; da custodire con ogni cura perché è la fonte della vita.

Allora, non essere avaro del tuo cuore, in questo Giubileo: donalo!

don Alfredo Di Stefano

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2025 N 08

2025 – Echi di Vita N°08 – IL SIGNORE ELIMINA IL CONCETTO DI NEMICO

Gesù ha appena proiettato nel cielo della pianura umana il sogno e la rivolta del Vangelo. Ora pronuncia il primo dei suoi “amate”.

Amate i vostri nemici. La sapienza umana però contesta Gesù: amare i nemici è impossibile. E Gesù contesta la sapienza umana: amatevi altrimenti vi distruggerete. Perché la notte non si sconfigge con altra tenebra; l’odio non si batte con altro odio sulle bilance della storia.

Gesù vuole eliminare il concetto stesso di nemico. Tutti attorno a noi, tutto dentro di noi dice: fuggi da Caino, allontanalo, rendilo innocuo. Poi viene Gesù e ci sorprende: avvicinatevi ai vostri nemici, e capovolge la paura in custodia amorosa, perché la paura non libera dal male.

E indica otto gradini dell’amore, attraverso l’incalzare di verbi concreti. Quattro rivolti a tutti: amate, fate, benedite, pregate; e quattro indirizzati al singolo, a me: offri, non rifiutare, da’, non chiedere indietro. Amore fattivo quello di Gesù, amore di mani, di tuniche, di prestiti, di verbi concreti, perché amore vero non c’è senza un fare.

Offri l’altra guancia, abbassa le difese, sii disarmato, non incutere paura, mostra che non hai nulla da difendere, neppure te stesso, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico.

Offri l’altra guancia altrimenti a vincere sarà sempre il più forte, il più armato, e violento, e crudele.

Fallo, non per passività morbosa, ma prendendo tu l’iniziativa, riallacciando la relazione, facendo tu il primo passo, perdonando, ricominciando, creando fiducia.

«A chi ti strappa la veste non rifiutare neanche la tunica», incalza il maestro, rivolgendosi a chi, magari, non possiede altro che quello. Come a dire: da’ tutto quello che hai. Il maestro non convoca eroi nel suo Regno, né atleti chiamati a imprese impossibili. E infatti ecco il regalo di questo Vangelo: come volete che gli uomini facciano a voi così anche voi fate a loro.

Ciò che desiderate per voi fatelo voi agli altri: prodigiosa contrazione della legge, ultima istanza del comandamento è il tuo desiderio.

   Ciò che desideri per te, ciò che ti tiene in vita e ti fa felice, questo tu darai al tuo compagno di strada, oltre l’eterna illusione del pareggio del dare e dell’avere. È il cammino buona della umana perfezione. Legge che allarga il cuore, che versa gioia nel grembo della vita.

Ecco il nostro Giubileo, la porta da aprire e presso cui passare!

don Alfredo Di Stefano

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2025 N 07

2025 – Echi di Vita N°07 – LA NOSTRA FELICITA’ E’ NEL PROGETTO DI DIO

Davanti al Vangelo delle beatitudini proviamo la paura di rovinarlo con le nostre parole.

«Sono le parole più alte del pensiero umano» diceva Gandhi, parole di cui non vedi il fondo.

Ti fanno pensoso e disarmato, riaccendono la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia. Le sentiamo difficili eppure amiche: perché non stabiliscono nuovi comandamenti, sono invece la bella notizia che Dio regala gioia a chi produce amore, che se uno si fa carico della felicità di qualcuno il Padre si fa carico della sua felicità.

Beati: parola che mi assicura che il senso della vita è nel suo intimo, nel suo nucleo ultimo, ricerca di felicità; la felicità è nel progetto di Dio; Gesù ha moltiplicato la capacità di star bene!

   Beati voi, poveri! Non beata la povertà, ma le persone: i poveri senza aggettivi, tutti quelli che l’ingiustizia del mondo condanna alla sofferenza.

La parola «povero» contiene ogni uomo. Povero sono io quando ho bisogno d’altri per vivere, non basto a me stesso, mi affido, chiedo perdono, vivo perché accolto.

Ci saremmo aspettati: beati perché ci sarà un capovolgimento, perché diventerete ricchi. No. Il progetto di Dio è più profondo e più delicato.

Beati voi, poveri, perché vostro è il Regno, già adesso, non nell’altro mondo!

Beati, perché è con voi che Dio cambierà la storia, non con i potenti. Avete il cuore al di là delle cose: c’è più Dio in voi, siete come anfore che possono contenere pezzi di cielo e di futuro.

Beati voi che piangete. Beati non perché Dio ama il dolore, ma perché è con voi contro il dolore; è più vicino a chi ha il cuore ferito.

Un angelo misterioso annuncia a chi piange: il Signore è con te, è nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio, per farsi argine al pianto, forza della tua forza.

Guai a voi ricchi: state sbagliando strada. Il mondo non sarà reso migliore da chi accumula denaro; le cose sono tiranne, imprigionano il pensiero e gli affetti (ho visto gente con case bellissime vivere solo per la casa) diceva Madre Teresa: ciò che non serve, pesa! E la felicità non viene dal possesso, ma dai volti.

Se accogli le Beatitudini la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio. E possono cambiare il mondo.

In questo Giubileo cambi il nostro cuore!

don Alfredo Di Stefano

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2025 N 06

2025 – Echi di Vita N°06 – COME PIETRO I CRISTIANI CREDONO NELL’AMORE DEL SIGNORE

Un gruppetto di pescatori delusi da una notte intera di inutile fatica, ma proprio da là dove si erano fermati il Signore li fa ripartire. E così fa con ogni vita: propone a ciascuno una vocazione, con delicatezza e sapienza, come nelle tre parole a Simone:

lo pregò di scostarsi da riva: Gesù prega Simone, chiede un favore, lui non si impone mai;

non temere: Dio viene come coraggio di vita; libera dalla paura che paralizza il cuore;

tu sarai: lo sguardo di Gesù si dirige subito al futuro, intuisce in me fioriture di domani; per lui nessun uomo coincide con i suoi limiti ma con le sue potenzialità.

Sono parole con le quali Gesù, maestro di umanità, rimette in moto la vita ed è per questo che è legittimato a proporsi all’uomo, perché parla il linguaggio della tenerezza, del coraggio, del futuro.

Simone è stanco dopo una notte di inutile fatica, forse vorrebbe solo ritornare a riva e riposare, ma qualcosa gli fa dire: Va bene, sulla tua parola getterò le reti.

Che cosa spinge Pietro a fidarsi? Non ci sono discorsi sulla barca, solo sguardi. Per Gesù guardare una persona e amarla erano la stessa cosa. Pietro in quegli occhi ha visto l’amore per lui. Si è sentito amato, sente che la sua vita è al sicuro accanto a Gesù, che il suo nome è al sicuro su quelle labbra.

Gesù risponde con una reazione bellissima. Trasporta Simone su di un piano totalmente diverso, sovranamente indifferente al suo passato e ai suoi peccati, lui non si lascia impressionare dai difetti di nessuno, pronuncia e crea futuro: Non temere. Sarai pescatore di uomini. Li raccoglierai da quel fondo dove credono di vivere e non vivono; mostrerai loro che sono fatti per un altro respiro, un altro cielo, un’altra vita! Li raccoglierai per la vita.

Quando si pescano dei pesci è per la morte. Ma per gli uomini no: pescare significa catturare vivi, è il verbo usato nella Bibbia per indicare coloro che in una battaglia sono salvati dalla morte e lasciati in vita.

E, abbandonate le barche cariche del loro piccolo tesoro, proprio nel

momento in cui avrebbe senso restare, seguono il Maestro verso un

altro mare. Senza neppure chiedersi dove li condurrà.

Vanno dietro a lui e vanno verso l’uomo, quella doppia direzione che sola conduce al cuore della vita.

don Alfredo Di Stefano

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