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San Lorenzo Parrocchia © - ECHI DI VITA 2017 N°12 - Splash

Echi Di Vita N°12 – UNA SORGENTE IN CAMBIO DI UN SORSO D’ACQUA

È l’umanità, la sposa che se n’è andata dietro ad altri amori, e che Dio, lo sposo, vuole riconquistare.

Perché il suo amore non è stanco, e non gli importano gli errori ma quanta sete abbiamo nel cuore, quanto desiderio. Dammi da bere. Lo sposo ha sete, ma non di acqua, ha sete di essere amato. Dio non chiede, dona; non pretende, offre: Ti darò un’acqua che diventa sorgente.

Una sorgente intera in cambio di un sorso d’acqua. Un simbolo bellissimo: la fonte è molto più di ciò che serve alla tua sete; è senza misura, senza fine, senza calcolo. Esuberante ed eccessiva. Immagine di Dio: il dono di Dio è Dio stesso che si dona. Con una finalità precisa: che torniamo tutti ad amarlo da innamorati, non da servi; da innamorati, non da sottomessi.

Vai a chiamare colui che ami. Gesù quando parla con le donne va diritto al centro, al pozzo del cuore; il suo è il loro stesso linguaggio, quello dei sentimenti, del desiderio, della ricerca di ragioni forti per vivere. Il suo sguardo creatore cerca il positivo di quella donna, lo trova e lo mette in luce per due volte: hai detto bene; e alla fine della frase: in questo hai detto il vero. Trova verità e bene, il buono e il vero anche in quella vita accidentata.

Vede la sincerità di un cuore vivo ed è su questo frammento d’oro che si appoggia il resto del dialogo. Non ci sono rimproveri, non giudizi, non consigli, Gesù invece fa di quella donna un tempio. Mi domandi dove adorare Dio, su quale monte? Ma sei tu, in spirito e verità, il monte; tu il tempio in cui Dio viene.

E la donna lasciata la sua anfora, corre in città: c’è uno che mi ha detto tutto di me… La sua debolezza diventa la sua forza. Sopra di esse costruisce la sua testimonianza di Dio. Un racconto che vale per ciascuno di noi: non temere le tue debolezze, ma costruiscici sopra. Sii il tempio santo che è nel tuo cuore!

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San Lorenzo Parrocchia © - ECHI DI VITA 2017 N 11 - Splash

Echi Di Vita N°11 – CHIAMATI A RICEVERE UN CUORE DI LUCE

Gesù salì su di un alto monte. I monti sono come indici puntati verso il mistero e le profondità del cosmo, raccontano che la vita è un ascendere verso più luce, più cielo. Lassù il volto di Gesù brilla come il sole, le sue vesti come la luce. Quel volto di sole è anche il nostro volto: ognuno ha dentro di sé un tesoro di luce, un sole interiore, una bellezza che condividiamo con Dio.

Ci sorprende la Quaresima, un tempo che consideriamo triste, penitenziale, violaceo, con un vangelo di luce, a ricordarci che la vita spirituale consiste nella gioiosa fatica di liberare la luce e la bellezza sepolte in noi, e nell’aiutare gli altri a fare lo stesso.

La cosa più bella che un amico può dirmi è: sto bene con te perché tu fai uscire, fai venire alla luce la mia parte più bella. Spesso addormentata in noi, come in letargo.

Il Vangelo viene per questo: porta il disgelo nei cuori, risveglia quella parte luminosa, sorridente, generosa e gioiosa che abbiamo dentro, il nocciolo, il cuore, la nostra vera identità.

Lo stupore di Pietro: che bello qui! Non andiamo via… ci fa capire la nostra vocazione. Siamo chiamati tutti a trasfigurazione, a ricevere un cuore di luce. Contemplare, trasforma; tu diventi ciò che guardi con gli occhi del cuore. Pregare ci trasfigura in immagine del Signore.

L’entusiasmo di Pietro ci fa inoltre capire che la fede per essere forte e viva deve passare da uno stupore, da un «che
bello!» gridato a pieno cuore. Dio è la cosa più bella che io ho incontrato? Se è sì, da lui acquisisco la bellezza del vivere. Che è bello amare, abbracciare, avere amici, perché la vita ha senso, va verso un esito buono, che comincia qui e scorre nell’eternità.

Allora la Quaresima, più ancora che a penitenza, ci chiama a conversione: a girarci verso la luce. Allora smettiamola
di sottolineare l’errore negli altri. Una nube luminosa li coprì. E una voce: Questi è il Figlio mio. Ascoltatelo. Sali sul monte per vedere e Dio risponde offrendo parole, le parole lucenti di Gesù: ascoltate Lui. Il primo passo per essere contagiati dalla bellezza di Dio è l’ascolto: dare un po’ di tempo e un po’ di cuore al suo

Vangelo!

 

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San Lorenzo Parrocchia © - ECHI DI VITA 2017 N°10 - Splash

Echi Di Vita N°10 – L’UOMO VIVE DI OGNI PAROLA CHE ESCE DALLA BOCCA DI DIO

Le tentazioni di Gesù riassumono i grandi inganni della nostra vita, e il primo è quello di sostituire Dio con delle cose: «dì che queste pietre diventino pane, questa è tutta la vita, non c’è altro!». Pro-clamare assolute le cose. Credere che tutto il nostro futuro è già presente in un po’ di pane. «Non di solo pane vivrà l’uomo».

C’è dentro di noi un di più, una eccedenza, una breccia, per dove entrano mondi, creature, affetti, un pezzetto di Dio.

Buttati giù, provoca un miracolo! è una sfida, attraverso ciò che sembra il massimo della fede e invece ne è la caricatura, è la ricerca di un Dio magico a proprio servizio. Buttati, così potremo vedere uno stuolo di angeli in volo.

Il diavolo è seduttivo, si presenta come un amico che vuole aiutare Gesù a fa-re meglio il messia. Gesù risponde: non metterai alla prova Dio. Ed è la mia fede: io credo che Dio è con me, ogni giorno, mia forza e mio canto. Ma io non avanzerò nella vita a forza di miracoli, bensì per il miracolo di un amore che non si arrende.

La terza posta in gioco è il potere sugli altri: prostrati davanti a me e avrai il mondo ai tuoi piedi. Il diavolo fa un mercato, al contrario di Dio, che non fa mai mercato dei suoi doni. E quanti lo hanno ascoltato, facendo mercato di se stessi, in cambio di carriera, una poltrona, denaro facile.

Il Satana dice: vuoi cam-biare il mondo con l’amore? Sei un illuso! Assicura agli uomini pane, miracoli e un leader, e li avrai in mano. Ma Gesù non cerca uomini da dominare, vuole figli liberi e amanti. Per Gesù ogni potere è idolatria.

Il diavolo allora si allontana e angeli si avvicinano e lo servono. Avvicinarsi e servire, le azioni da cui si riconoscono gli angeli.

Se in questa Quaresima ognuno si avvicina ad una persona che ha bisogno, ascoltando, accarezzando, servendo, allora ve-dremmo la nostra terra assomigliare ad un nido di angeli. Buon cammino!

 

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San Lorenzo Parrocchia © - ECHI DI VITA 2017 N°9 - Splash

Echi Di Vita N°09 – DIO SA CIÒ DI CUI ABBIAMO BISOGNO!

Non preoccupatevi. Per tre volte Gesù ribadisce l’invito: non abbiate quell’affanno che toglie il respiro, per cui non esistono feste o domeniche, non c’è tempo di fermarsi a parlare con chi si ama. Non lasciatevi rubare la gioia: quella capacità di godere delle cose belle che ogni giorno ci dona.

Perché? Perché Dio non si dimentica di te. Guardate gli uccelli del cielo, osservate i gigli del campo. Gesù osserva la vita e la vita gli parla di fiducia. Gesù oggi ci pone la questione della fiducia.

Dove metti la tua fiducia? Non mettere la fiducia nel tuo conto in banca. Non potete servire Dio e la ricchezza. Non è la ricchezza che Gesù ha di mira – infatti tra i suoi amici aveva persone ricche e altre povere – bensì ciò che lui chiama, in aramaico, mammona.

Mammona non è la ricchezza in sé, ma quella nascosta, avara, chiusa alla solidarietà, e che produce ingiustizia, che rende schiave le persone, che assorbe il loro tempo, i pensieri, la vita.

Non preoccupatevi. Se Dio nutre ogni creatura che non semina, non miete, quanto più voi che invece lavorate, seminate e raccogliete. Non è un invito al fatalismo o alla passività in attesa che la Provvidenza risolva al posto nostro i problemi: la Provvidenza conosce solo uomini in cammino.

Non preoccupatevi, Dio sa. Ma come faccio a dirlo a chi non trova lavoro, a chi non riesce ad arrivare a fine mese, non vede speranza per i figli? La soluzione non è fatta di parole: «Se uno è senza vestiti e cibo e tu gli dici, va in pace, non preoccuparti, riscaldati e saziati, ma non gli dai il necessario per il corpo, a che cosa ti serve la tua fede?» (Giacomo 2,16). Dio ha bisogno delle mie mani per essere Provvidenza. Io mi occupo di qualcuno, e allora il Dio che veste i fiori si occuperà di me.

Cercate prima di tutto il Regno. Gesù rilancia la sua sfida per un altro modo di essere uomini: non preoccupatevi delle cose, c’è dell’altro che vale di più. Meno cose e più cuore!

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San Lorenzo Parrocchia © - ECHI DI VITA 2017 N°8 - Splash

Echi Di Vita N°08 – UN CUORE CHE SA AMARE I NEMICI!

Avete inteso che fu detto: occhio per occhio… Ma io vi dico se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra: sii disarmato, mostra che non hai nulla da difen-dere, e l’altro capirà l’assurdo di esserti nemico. Riallaccia tu la relazione, fa’ tu il primo passo, perdonando, ricominciando, rattoppando coraggiosamente il tessuto della vita, continuamente lacerato. Sii capace di disinnescare la spirale della vendetta e di inventare reazioni nuove, attraverso la creatività dell’amore, che fa saltare i piani, non ripaga con la stessa moneta, scombina le regole ma poi rende felici.

Amerai il prossimo e odierai il tuo nemico, ma io vi dico: amate i vostri nemici. Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. Violenza produce violenza come un catena infinita. Lui sceglie di spezzarla. Mi chiede di non replicare su altri ciò che ho subito. Ed è così che mi libero. Tutto il Vangelo è qui: amatevi altrimenti vi distruggerete.

Ecco gli imperativi di Gesù: amate, pregate, porgete, prestate? Non sono ordini, non si ama infatti per decreto, ma porte spalancate verso delle possibilità, offerta di un potere, trasmissione da Dio all’uomo di una forza divina. E tutto questo perché siate figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi. Da Padre a figli: c’è come una trasmissione di eredità, un’eredità di comportamenti, di affetti, di valori, di forza.

Noi possiamo amare anche i nemici. Egli ci darà la capacità, amare come Lui! Ci sarà dato un giorno il cuore stesso di Dio. Ogni volta che noi chiediamo al Signore: «Donaci un cuore nuovo», noi stiamo invocando di poter avere un giorno il Suo cuore, di conformarci agli stessi sentimenti del cuore di Dio.

Verrà il giorno in cui il nostro cuore che ha fatto tanta fatica a imparare l’amore, sarà il cuore di Dio e allora saremo capaci di un amore che rimane in eterno, che sarà la nostra anima, per sempre, e l’anima del mondo.

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San Lorenzo Martire ® - 2017 02 12 - Echi di VITA - N 07 - Splash

Echi Di Vita N°07 – DA GESU’ NON UNA NUOVA MORALE

Avete inteso che fu detto… ma io vi dico. Gesù non contrappone alla morale antica una morale migliore, ma svela l’anima segreta della legge: il suo Vangelo non è una morale, ma una proposta di liberazione.

Gesù non è né lassista né rigorista, non è più rigido o più accondiscendente degli scribi: lui fa un’altra cosa, prende la norma e la porta avanti, la fa schiudere nelle due direzioni decisive: la linea del cuore e la linea della persona.

Gesù porta a pienezza la legge e nasce la religione dell’interiorità.

Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, cioè chiunque alimenta rabbie e rancori, è già in cuor suo un omicida. Gesù va alla sorgente: ritorna al cuore e guariscilo, solo così potrai curare i tuoi gesti. Ritorna al cuore e custodiscilo perché è la sorgente della vita.

Non giurate affatto; il vostro dire sia “sì, sì; no, no”. Dal divieto del giuramento, arriva al divieto della menzogna. Di’ la verità sempre e non servirà giurare. Porta a compimento la legge sulla linea della persona: se tu guardi una donna per desiderarla sei già adultero. Non dice semplicemente: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore necessario alla vita. Dice: se guardi per desiderare e vuol dire: se ti avvicini ad una persona per sedurre e possedere, se riduci l’altro a un oggetto, tu pecchi contro la grandezza di quella persona.

Ecco la legge morale. Ascolti Gesù e capisci che la norma è salvaguardia della vita, custodia di ciò che ci fa crescere oppure diminuire in umanità. Ascolti queste parole che sono tra le più radicali del Vangelo e capisci che diventano le più umane, perché Gesù parla solo in difesa della umanità dell’uomo, con le parole proprie della vita.

Allora il Vangelo diventa facile, umanissimo, anche quando dice parole alte. Perché non aggiunge fatica a fatica, non si rivolge a santi, ma a persone autentiche, semplicemente a uomini e donne sinceri nel cuore.

Questo dobbiamo diventare!

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San Lorenzo Martire ® – 2017 02 12 – Echi di VITA – N 07

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San Lorenzo Martire ® - 2017 02 05 - Echi di VITA - N 06 - Splash

Echi Di Vita N°06 – IL SALE E LA LUCE: DUE BELLE DEFINIZIONI DELL’UOMO!

Dio è luce: una delle più belle definizioni di Dio. Ma il Vangelo oggi rilancia: anche voi siete luce. Una delle più belle definizioni dell’uomo.

E non dice: voi dovete essere, sforzatevi di diventare, ma voi siete già luce. La luce non è un dovere, ma il frutto naturale in chi ha respirato Dio. La Parola mi assicura che in qualche modo misterioso e grande, grande ed emozionante, noi tutti, con Dio in cuore, siamo luce da luce, proprio come proclamiamo di Gesù nella professione di fede: Dio da Dio, luce da luce.
Io non sono né luce né sale, lo so bene, per lunga esperienza.

Eppure il Vangelo parla di me a me, e dice di non fermarsi alla superficie, cercare in profondità; là, al centro di te, troverai una lucerna accesa, una manciata di sale. Per pura grazia. Non un vanto, ma una responsabilità.

Voi siete la luce, non io o tu, ma voi. Quando un io e un tu s’incontrano generando un noi, quando due sulla terra si amano, nel noi della famiglia dove ci si vuol bene, nella comunità accogliente, nel gruppo solidale è conservato senso e sale del vivere.

Voi siete il sale, che ascende dalla massa del mare rispondendo al luminoso appello del sole. Ma poi discende sulla mensa, perché se resta chiuso in sé, non serve a niente: deve sciogliersi nel cibo, deve donarsi.

E accade quando Cristo, come sale, è disciolto dentro di me; quando, come pane, penetra in tutte le fibre della vita e diventa mia parola, mio gesto, mio cuore. Il sale conserva. Gesù non dice «voi siete il miele del mondo», un generico buonismo che rende tutto accettabile, ma il sale, qualcosa che è una forza, un istinto di vita che penetra le scelte e si oppone al degrado di ogni cosa, degrado ambientale e morale.

 

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San Lorenzo Martire ® - 2017 01 29 - Echi di VITA - N 05 - Splash

Echi Di Vita N°05 – L’ATTENZIONE AI PIU’ DEBOLI

È un Vangelo che ogni volta ci fa pensosi e ci lascia disarmati. Non c’è prova o garanzia per queste affermazioni, sono come una nuvola di canto che seduce e riaccende la nostalgia prepotente di un mondo fatto di bontà, di sincerità, di giustizia.

Un tutt’altro modo di essere uomini. Hanno, in qualche modo, conquistato la nostra fiducia: le sentiamo vere e affidabili, difficili eppure amiche. Non sanciscono nuovi precetti, ma sono l’annuncio gioioso che Dio regala vita achi produce amore. Che se uno si fa carico della felicità di qualcuno, il Padre si fa carico della sua felicità.

Se accogli le beatitudini, la loro logica ti cambia il cuore, sulla misura di quello di Dio. Che non è imparziale, ha un debole per i deboli, incomincia dalle periferie della storia, ha scelto ciò che nel mondo è povero e malato per cambiare radicalmente il mondo, per fare una storia che avanzi non per le vittorie della forza, ma per seminagioni di giustizia e raccolti di pace.

Sono detti beati i poveri, non la povertà. Sono beati gli uomini, non le situazioni. Dio è con i poveri contro la povertà. Beati quelli che sono nel pianto: Dio è dalla parte di chi piange, ma non dalla parte del dolore. È la beatitudine più paradossale: felice chi non è felice. Ma non perché la felicità si trovi nel piangere, ma perché accade una cosa nuova: «In piedi, voi che piangete, avanti: Dio cammina con voi, asciuga lacrime, fascia il cuore, apre futuro». Un angelo misterioso annuncia a chiunque piange: «Il Signore è con te».

Dio è con te, nel riflesso più profondo delle tue lacrime, per moltiplicare il coraggio. Nella tempesta è al tuo fianco, forza della tua forza. Come per i discepoli, colti di notte dalla burrasca sul lago: lui è lì, nella forza dei rematori che non si arrendono, nelle braccia salde del timoniere, negli occhi della vedetta che scruta la riva e cerca l’aurora. Beati i misericordiosi: sono gli unici che nel futuro troveranno ciò che hanno già, la misericordia. Essa è qualcosa che si porta con sé per sempre, bagaglio per il viaggio eterno, equipaggiamento e sigillo d’eternità posto su tutta la lunghezza del tempo.

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San Lorenzo Martire ® - 2017 01 21 - Echi di VITA - N 04 - Splash

Echi Di Vita N°04 – L’AMORE DI DIO E’ LA CURA DELLA NOSTRA TRISTEZZA

Eccoci dinanzi alle parole inaugurali del Vangelo: Convertitevi.

E’ l’invito a rivoluzionare la vita: cambiare logica.

E’ l’offerta di un’opportunità: venite con me, riceverete la vita più vera.

E subito aggiunge il motivo, il perché della conversione: il regno si è fatto vicino.

Che cos’è il regno dei cieli o di Dio? È la vita che fiorisce in tutte le sue forme. Il regno è “di” Dio, ma è “per” gli uomini, per una nuova architettura del mondo e dei rapporti umani.

Questo regno si è fatto vicino.
È come se Gesù dicesse: tenete gli occhi bene aperti, perché è successo qualcosa di importantissimo. Giratevi verso la luce, perché la luce è già qui.
Dio è qui, come una forza che non sta ferma, come un lievito, un seme, un fermento.
Il Vangelo termina con la chiamata dei quattro pescatori e la promessa: vi farò pescatori di uomini.

Con che cosa, con quale rete pescheranno gli uomini?
Qualcuno ha una cosa bellissima da dirti, così bella che appare incredibile, così affascinante che i pescatori ne sono sedotti: abbandonano tutto, come chi trova un
tesoro.

La notizia bellissima è questa: la felicità è possibile e vicina. E’ possibile vivere meglio, per tutti, perché la sua parola risponde alle necessità più profonde delle persone. Perché quando è narrato adeguatamente e con bellezza, sicuramente il Vangelo risponde ai bisogni più profondi dei cuori e mette a disposizione un tesoro di vita e di amore, che non inganna, che non delude.

La conclusione del brano di oggi è una sintesi affascinante della vita di Gesù: camminava e annunciava la buona novella, camminava e guariva la vita. Gesù cammina verso di noi. E questa è l’unica cosa che guarisce la vita.

Questo dovrà essere anche il nostro annuncio, a ciascuno: Dio è con te, con amore.

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San Lorenzo Martire ® - 2017 01 14 - Echi di VITA - N 03

Echi Di Vita N°03 – GESU’ NON PRETENDE LA NOSTRA VITA, OFFRE LA SUA

Giovanni, vedendo Gesù venirgli incontro, dice: Ecco l’agnello di Dio.

Parole diventate così consuete nella nostra liturgia che quasi non sentiamo più il loro significato.

Un agnello non può fare paura, non ha nessun potere, è inerme, rappresenta il Dio mite e umile. Ecco l’agnello di Dio, che rende più vera la vita di tutti attraverso lo scandalo della mitezza.

Gesù-agnello, introduce qualcosa che capovolge e rivoluziona il volto di Dio: il Signore non chiede più sacrifici all’uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la tua vita, offre la sua; non spezza nessuno, spezza se stesso; non prende niente, dona tutto.

Ecco l’agnello che toglie il peccato del mondo. Non «i peccati», al plurale, ma «il peccato» al singolare; non i singoli atti sbagliati che continueranno a ferirci, ma una condizione, una struttura profonda della cultura umana, fatta di violenza e di accecamento, una logica distruttiva, di morte. In una parola, il disamore.

Noi, i discepoli, siamo, allora, coloro che seguono l’agnello. Questo seguirlo non in un’ottica sacrificale, il cristianesimo non è solo immolazione, diminuzione, sofferenza. Seguirlo è amare quelli che lui amava, desiderare ciò che lui desiderava, rifiutare ciò che lui rifiutava, toccare quelli che lui toccava e come lui li toccava, con la sua delicatezza, concretezza, amorevolezza, e non avere paura, e non fare paura, e liberare dalla paura.

Allora, sì, lo seguiamo davvero, impegnati con lui a togliere via il peccato del mondo, a togliere respiro e terreno al male, ad opporci alla logica sbagliata del mondo.

Ecco vi mando come agnelli… vi mando a togliere, con mitezza, il male: braccia aperte donate da Dio al mondo, braccia di un Dio agnello, inerme eppure forte.