Gesù vide una grande folla ed ebbe compassione di loro.
Appare una parola bella come un miracolo, filo conduore dei ges di Gesù: la compassione.
Gesù vide: lo sguardo di Gesù va a cogliere la stanchezza, gli smarrimen, la faca di vivere. E si commuove.
Perché per Lui guardare e amare sono la stessa cosa. Quando anche noi impariamo la compassione, quando ritroviamo la capacità di commuoverci, il mondo si innesta nella nostra anima.
Se ancora c’è chi si commuove per l’uomo, questo mondo può ancora sperare.
Gesù aveva mostrato una tenerezza come di madre anche nei confron dei suoi discepoli. C’era tanta gente che non avevano neanche il tempo di mangiare. E lui: “Andiamo via, e riposatevi un po’“. C’è tanto da fare in Israele, tanto da annunciare e guarire, eppure Gesù, invece di buare i suoi discepoli dentro la fornace del mondo, dentro il frullatore dell’apostolato, li porta via con
sé.
C’è un tempo per agire e un tempo per ritemprare le forze e ritrovare i movi del fare. Se vuoi fare bene tue le cose, ogni tanto sme- di farle, stacca e riposa. Un sano ao di umiltà: non siamo eroi, le nostre vite sono delicate, fragili, le nostre energie sono limitate. Gesù vuole bene ai suoi discepoli, non li vuole spremere e sfruare per uno scopo fosse pure superiore, li vuole felici come tu- gli altri: riposatevi. E come loro non dobbiamo senrci in colpa se qualche volta abbiamo bisogno, e tanto, di riposo e di aenzioni.
Venite in disparte con me, per un po’ di tempo tuo per noi.
Un tempo per stare con Dio e imparare il cuore di Dio. E poi dopo ritornare nella grande folla, ma portando con sé un santuario di bellezza e di forza che solo Dio può accendere. Ma qualcosa
cambia i programmi del gruppo: sbarcando, Gesù vide molta folla ed ebbe compassione di loro.
Gesù è preso fra due commozioni contrapposte: la stanchezza degli amici e lo smarrimento della folla. E si mise a insegnare loro molte cose. Gesù cambia i suoi programmi, ma non quelli dei suoi
amici. Rinuncia al suo riposo, non al loro. E ciò che offre è la compassione, il provare dolore per il dolore dell’altro; il moto del cuore, che porta fuori da te.
Gesù sa che nell’uomo non è il dolore che annulla la speranza, neppure il morire, ma l’essere senza conforto nel giorno del dolore. Ed è questo che Gesù insegna ai dodici. Insegna per prima cosa “come guardare”. E anche a noi, ogni Domenica, prima ancora di come parlare, di che cosa fare, insegna uno sguardo che abbia commozione e tenerezza per tu-. Poi, le parole verranno…
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