Author : E. Redazione

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Don Alfredo Comune di Isola

SALUTO COMUNE DI ISOLA

28 SETTEMBRE 2015

Un grazie per questo invito, mi fa sentire, subito parte della vostra e nostra comunità civile.

Grazie al Signor Sindaco per le parole di sabato sera e per questo momento semplice, ma vero e concreto.

Grazie a voi assessori e consiglieri per l’apporto responsabile di ciascuno di voi per edificare questa città e anche per la critica costruttiva e leale per il bene di tutti, dove ognuno deve sentirsi rappresentato.

 

Cosa si nasconde nel cuore di questa città? E’ la domanda che sabato sera, ieri domenica e stamane, mi torna continuamente nella mente.

Passeggiando per i suoi vicoli, incontrando i primi volti, stringendo mani e facendo memoria di nomi e cognomi, il mistero inizia pian piano a rivelarsi, i cuori si aprono, le porte si spalancano, come le porte del Comune stamane.

 

Mi chiedo: come andare incontro alle persone, inserirsi in questa città, dove possono esistere, come ovunque, pregiudizi, tensioni, diffidenze, nei confronto della realtà ecclesiale che qui rappresento?

 

Mi viene in aiuto il Vangelo. I Vangeli parlano di Gesù e del suo contatto con le città che egli attraversava, in particolare la città di Gerusalemme.

Il modo di entrarvi di Gesù nella città  non è mai timoroso, diffidente, riservato, cauto, ma aperto, benevolo e conciliante.

 

Così vorrebbe essere la mia presenza, in questa città che voglio imparare a conoscere e ad amare.

Così voglio anche io entrarvi: non armato di pregiudizi, benevolo, aperto al dialogo e all’ascolto, alla collaborazione intelligente, per conoscere la sua storia, i suoi palazzi, le sue persone.

 

Ma vorrei dire a questa città e a voi, ciò che disse S. Giovanni Paolo II: aprite il vostro cuore a Cristo, permettete a lui di parlare per imparare ad accogliere ogni persona.

 

Il Vangelo è una grande opportunità per rinnovare la vita anche della nostra città:

 

  • Passare dalle polemiche sterili all’interesse per la vita, soprattutto per chi è malato, debole, anziano.
  • Tenere vivo tra le generazioni il senso delle tradizioni e il rispetto per l’ambiente, perché solo la bellezza e l’ordine, sono capaci di educare le nuove generazioni.
  • Non aver paura dello straniero che entra nella nostra città, essi sono un prezioso segno dei tempi, che ci sveglia e ci interroga, è l’ autentico povero della nostra società europea. Essi non sono una presenza fastidiosa e né una maledizione, ma una chance per il rinnovamento della nostra città e del nostro stile di vita, educandoci all’accoglienza, alla generosità, alla vita condivisa.

 

Ho un sogno: riflettere con voi, in altri momenti, appartandoci in qualche luogo tranquillo,  sul discorso evangelico della montagna, le Beatitudini, per lasciarci ispirare da tale discorso in tutte quelle forme di comportamento pubblico che da esso sono previste.

 

Nel frattempo, come comunità parrocchiale apriamo le porte dei nostri servizi per una maggiore collaborazione. L’esistente già è una grazia, quello che si è fatto fino a ieri dovrà  continuare:

 

– l’educazione di fanciulli (impegno nella catechesi, il tempo estivo e l’accompagnamento e sostegno operato dalla presenza delle Piccole Francescane della Chiesa;

– il supporto alle famiglie e l’ ascolto nel  centro Caritas per  rispondere ai bisogni immediati e urgenti;

– il rapporto con  malati in famiglia e quelli nelle case di salute presenti nel territorio:  soprattutto inizieremo un accompagnamento spirituale presso l’Hospice.

Le case delle Suore della Carità e delle Suore  Povere Figlie della Visitazione di Maria SS.ma, la Salus. Esse sono una bella testimonianza. Invecchiare è difficile, ma è bello.

– uno sguardo verso gli anziani, riconoscendo il loro valore e promuovendo spazi per loro.

– i fenomeni del disagio giovanili e la riscoperta dei valori, la bella realtà della movida, ma anche gli  interrogativi che pone. Prevenzione e cura come? Il coraggio di educare, animando il loto tempo libero con attività varie: teatro musica, sport.

– un salto di qualità della cultura, alcuni fallimenti educativi forse provengono dal non saper spesso discernere e anticipare il futuro. Si necessita un ponte con la Scuola e la responsabilità di noi Chiesa e di tutta la  realtà civile. Le case editrici e le tipografie presenti in questo territorio dicono la passione che mai deve venire meno per la lettura, fonte autentica di formazione di ogni generazione.

– un’attenzione al serio problema della disoccupazione guadando ad un passato di cartiere ricco e significativo e a quei legami con la Francia in particolare, forse nuovi ponti con l’Europa potrebbero aiutarci ad uscire da questa seria difficoltà per molte famiglie e per  i nostri giovani?

 

Per questo credo potrà essere utile uno spazio di riflessione seria e serena da istituzionalizzare, fatto da un gruppo di persone, individuate dalla realtà civile e da quella ecclesiale:

 

Un’agorà del sociale. Uno spazio di riflessione sul futuro della nostra città a partire dai bisogni di chi vive in situazioni di povertà e di fragilità. Non solo un approccio con un taglio assistenziale, non confinato solo in aspetti solidaristici, ma chiederci quali le vie dove far convergere le sinergie di tutti per ridare slancio ad una ripresa economica, culturale, etica sociale della nostra città e del territorio?

 

Auguro di camminare insieme con umiltà, consapevoli delle nostre possibilità, ma anche coraggiosamente, fiduciosi nella potenza di Dio, verso un impegno urgente sempre più umanitario. Buon cammino!

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SALUTO A DON ALFREDO – Chiesa di S. Lorenzo – SABATO 26 SETTEMBRE 2015

E’ un compito ed un piacere per me rivolgere il saluto ed il ringraziamento di tutta la comunità di S. Lorenzo a Sua Eccellenza Mons. Gerardo Antonazzo, vescovo della diocesi di Sora Cassino Aquino Pontecorvo, che come padre amorevole guida questa porzione di Chiesa attento alle esigenze dei suoi figli, consapevole dei doni concessi a tutti –presbiteri, religiosi e laici- sapiente nei suoi giudizi, prudente nelle sue decisioni. Ed ha per noi operato una scelta, che ci ha portati ad accogliere questa sera un nuovo parroco nella persona di don Alfredo Di Stefano, che ha accettato con favore e con disponibilità il nuovo incarico pastorale.

“Benvenuto tra noi, don Alfredo!”. Te lo dico a nome di tutta la Comunità parrocchiale, che ti accoglie, ti abbraccia, ti si stringe intorno, pronta a fare con te un altro tratto di strada nel suo cammino di vita e di fede.

Abbiamo una lunga e ricca storia alle spalle di cui forse non teniamo debito conto, ripiegati come siamo un po’ troppo sul presente, attualmente così faticoso ed incerto che sembra toglierci il fiato. E invece, proprio se riusciamo a guardare indietro, consapevoli e attenti all’oggi, avremo la capacità di spingere lo sguardo avanti, verso percorsi ancora imprecisi, ma di certo nuovi e percorribili. E tu, don Alfredo, sarai al nostro fianco, camminerai con noi, sollecitando i più pigri, richiamando i più riottosi, anelante verso la meta ma capace di stare al passo con gli ultimi, perché nessuno vada perduto.

La realtà parrocchiale di S. Lorenzo si intreccia strettamente con la vita e la storia del paese, nei suoi momenti di difficoltà e nei periodi di maggior splendore: è stata davvero la “casa” degli Isolani, luogo di preghiera e di culto, di incontro e di confronto, di crescita spirituale ed umana per intere generazioni, ma è stata anche rifugio, purtroppo, non sempre sicuro -pensiamo alla strage del 1799- e luogo di protesta; è stato punto di riferimento per famiglie, giovani, ragazzi, in alternativa alla strada, che, oggi insieme ai tanti locali pubblici così variegati e allettanti, è tornata ad essere per piccoli e grandi luogo, sì, di incontro e di ritrovo, ma non di crescita educativa e di aggregazione costruttiva.

Il tessuto sociale sembra essersi sfilacciato, complice la crisi economica, così lunga e persistente da quando la voce delle campane non si confonde più con il suono delle sirene delle fabbriche.

La mancanza di lavoro, la chiusura di attività commerciali, la fatica di quelle che coraggiosamente insistono, la mobilità, il pendolarismo, la precarietà dominante in ogni ambito di vita –lavoro, affetti, sentimenti, relazioni sociali, rapporti umani…- sono elementi che pesano sulla vita di una parrocchia e sulla sua missione.

Ma tu, don Alfredo, e noi con te sapremo intraprendere un cammino antico e sempre nuovo che avrà la comunità tutta come protagonista e le associazioni, i gruppi, i movimenti, di cui la parrocchia di S. Lorenzo è ricca e fiera, saranno semplicemente dei “ponti” che creano legami, amicizia, solidarietà e significano passaggio, comunicazione, connessione di idee e di parole, di ideali e di realtà. E non sarà difficile per noi che di ponti ce ne intendiamo ed ai ponti dobbiamo la nostra stessa esistenza di isola legata al mondo. Grazie.

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San Lorenzo Martire - Mons Alfredo Di Stefano - Non si ancora spento

Saluto alla comunità di don Alfredo

Saluto 26 Settembre 2015

 

Il nostro cammino ha avuto inizio con questa  significativa celebrazione, presieduta da Lei Eccellenza e concelebrata da voi carissimi sacerdoti.

Lei Eccellenza ed ognuno di voi sacerdoti confratelli ed amici, ringrazio di vero cuore.

Ma soprattutto ringrazio voi comunità di san Lorenzo, con le sue espressioni e realtà, belle e vive, che la compongono. Ringrazio l’ intera città di Isola del Liri, rappresentata dal suo Sindaco, assessori  e consiglieri. Ringrazio gli amici tutti provenienti da Sora e  altrove.

“ Maestro quell’uomo non era dei nostri”. Chiunque semina amore e dona speranza agli altri, ovunque si trovi, è dei nostri. Il mondo infatti appartiene a chi lo rende migliore.

Carissimi, io sono chiamato a diventare uno dei vostri, uno di voi,  uno di casa e voi mi aiuterete a diventarlo, condividendo i giorni che il Signore ha pensato e previsto per noi.

         Cosa siamo chiamati a fare insieme? “Ognuno a dare un bicchiere di acqua”. Gesù fa semplice la vita di una comunità: insieme dissetarci di Cristo,  insieme buttarci dentro la sete, la vita degli altri, come se fosse la nostra.

L’immagine dell’acqua  è forte in questa città: la sua cascata è conosciuta in tutto il mondo.  La vita sia, allora,  come una cascata perenne, capace di dissetare tutti e tutto.

         Come faremo questo insieme?  La soluzione non è in una mano tagliata, ma in mani  che sanno donare,  che si adoperano a costruire la città a dimensione d’uomo, più bella e giusta; in piedi  che percorrono i sentieri degli amici, dove tutti sono amici,  perché amici di Dio; in occhi che sanno contare le stelle.

Guarda il cielo e conta le stelle “: dice Dio ad Abramo, quelle stesse stelle  che ricordano il 10 Agosto, festa di San Lorenzo, nostro patrono.