L’esistenza umana è sempre connotata da un’aria di paura, paura nella casa del Cenacolo, paura dei Giudei, paura per le stragi in atto, paura degli altri, ma soprattutto paura di se stessi, per averlo rinnegato, tradito, abbandonato così subito.
Tante promesse, tanti discorsi, tanti progetti, ma poi accade qualcosa e ci si ritira, l’impegno viene meno, si abbandona il campo.
Ma ecco Gesù che si fa presente, ritorna da loro e si mette nelle loro mani. Così come ogni domenica che si manifesta alle comunità parrocchiali, alla ricerca di coloro che hanno dubbi o si sentono abbandonati e traditi.
Egli sta in mezzo a noi e si rivolge ai tanti Tommaso incoraggiandoli a credere, e a ciascuno dice: tu non ti sbagli!
Se Tommaso si arrende all’amore, scritto in modo dettagliato – ferite e piaghe incancellabili – sul corpo di Gesù, perché noi non riusciamo a credere e
ad amare dinanzi alle ferite – determinate da dolore, incomprensioni, debolezze – di chi ci è accanto?
In ogni ferita c’è Dio! Ognuno di noi è può essere sì un guaritore, ma ferito! Esse sono tracce visibili della vita, rimangono per sempre a dirci che solo da ogni ferita possiamo ricavare farmaci utili per altri.
Nel Cristo che si fa incontro c’è sempre il dono della pace, essa scende sempre, come una benedizione su ogni cuore, aiutandoci a vincere sconfitte, paure e dubbi.
“Mio Signore e mio Dio”: il mio augurio in questa Domenica della Misericordia è che l’aggettivo mio ci caratterizzi. Esso indica un’appartenenza, come quando dico: mio figlio, affermando così quella realtà senza la quale io non potrei vivere! Questa è la fede: Dio in me e io in Lui!
ISOLA DEL LIRI HA FESTEGGIATO SAN GIUSEPPE
Quarant’anni –un tempo biblico!- son passati dall’ultima festa in onore di S. Giuseppe. Almeno così dicono i più anziani. Non che Isola abbia dimenticato quel Santo Falegname, uomo giusto, custode accorto della sua “famiglia”, anzi… La chiesa che porta il suo nome su per quella salita accanto alla Cascata, è sempre aperta e funzionante con la Messa la domenica e ogni 1° mercoledì del mese; la Confraternita della Buona morte e Orazione veste ancora il suo nero saio dal lungo cordone con il teschio; il suo organo, antico e prezioso, nelle grandi occasioni riempie di note e di armonia la navata ottagonale ed il quartiere, un tempo risonante di voci con le donne sedute fuori al sole o al venticello fresco della sera mentre i ragazzini giocavano felici su e giù per quelle stradine, sente San Giuseppe ancora tutto suo.
La chiesa con i suoi oltre tre secoli di storia, grazie all’impegno dei Priori e dei Parroci che si sono via via succeduti, è stata ampliata, curata, abbellita, valorizzata in vario modo, dalle cappelle laterali al coro ligneo, dalle statue alle campane, dal bel mosaico sulla facciata al restauro completo dell’interno.
A tanta attenzione quest’anno si è aggiunta la festa: gli spari, lo scampanio festoso, le Messe al mattino con l’invito particolare ai lavoratori, la presenza del Sindaco, e nel pomeriggio tiepido la traslazione della statua –bella, imponente e pesante (e di questo diciamo grazie ai “coraggiosi” Portatori!)- nella chiesa di S.Lorenzo proprio lì, accanto al Crocifisso, in un incontro, forse, lontano dalla realtà, ma proprio per questo ancor più commovente. Quindi, la Messa solenne animata dal Coro formato da membri della Confraternita e della Banda musicale, la processione con la recita della Corona e delle Litanie di S.Giuseppe, i fuochi d’artificio sul ponte della Cascata ed il rientro nella sua Chiesa.
E ancora musica e canti a cura delle giovani voci dell’Accademia musicale isolana, intervallate dalle poesie dei bambini per i loro papà, soggetti stupendi anche della mostra di foto, attualmente esposta in parrocchia, che riempie il cuore di tenerezza, la stessa tenerezza che avrà provato Giuseppe nel tenere tra le braccia il piccolo Gesù e quando gli avrà insegnato a camminare, a piallare, a vivere e, chissà! anche a pregare.
LUCIANA COSTANTINI
[gallery link="file" columns="4" ids="1529,1530,1531,1532,1533,1534,1535,1536,1537,1538,1539,1540,1541,1542,1543,1544,1545,1546,1547,1548,1549,1550,1551,1552,1553,1554,1555,1556,1557,1558,1559,1560,1561,1562,1563,1564"]CRONACA-LAMPO DI UNA SETTIMANA INTENSA A S.LORENZO MARTIRE
Come in una famiglia vivace e attiva, in questi giorni si sono succeduti in parrocchia momenti celebrativi tradizionali e “visite” eccezionali, che ne hanno segnato fortemente il cammino.
Mentre stava per completarsi la “peregrinatio” del SS. Crocifisso con tutto il suo carico di emozioni ed esperienze spirituali sempre nuove, la sera di sabato 19 marzo è stato accolto in parrocchia S. Giuseppe che nel giorno della sua festa, in via del tutto straordinaria, ha lasciato la sua chiesa per fermarsi in parrocchia per il tempo della celebrazione accanto al “suo” Gesù in croce, in un incontro mai avvenuto –i Vangeli non ne parlano-, ma capace di suggestioni profonde.
Domenica 20 nel trionfo delle palme e dei rami di ulivo agitati, come duemila anni fa a Gerusalemme, da un popolo festante, è entrata solennemente nella chiesa parrocchiale la Vergine Addolorata, quasi “in visita” a suo Figlio.
Ed a sera la comunità ha salutato il Cristo in croce, che è tornato nella sua chiesa di S. Antonio per poter vivere da lì a pochi giorni il suggestivo rito della “scopritura” del Venerdì santo.
Il Triduo della Settimana santa è stato tutto un susseguirsi di appuntamenti, dalle Lodi del mattino all’Adorazione eucaristica della sera di Giovedì dinanzi all’altare della Reposizione trasformato in un bellissimo giardino fiorito.
Nella Messa in Coena Domini il rito, antico e sempre nuovo, della Lavanda dei piedi, che ha visto questa volta dodici bambini, inginocchiati di volta in volta accanto a don Alfredo per asciugare i piedi dei loro papà, a cominciare da Jessica che proprio quella sera riceveva per la prima volta Gesù Eucaristia.
E intanto il cestone della Carità si era riempito di zucchero e farina portati da quegli oltre 40 bambini che avevano trascorso l’intera mattinata in ritiro nella Sala Agape con il Parroco e le catechiste per prepararsi meglio alla Pasqua e alla loro Prima Comunione, tra una riflessione sui 10 verbi della Messa, un video sulla Pasqua, la condivisione del pane, le… prove di “quel” giorno.
Venerdì è stato il giorno del silenzio rotto solo dai sette colpi scuri rintonati nel cielo terso della città alle tre del pomeriggio, quando Gesù, pronunciate le sue ultime sette parole dall’alto della croce, morì. Nella chiesa di S. Antonio, “svelato” il Crocifisso dal suo panno rosso che lo copre alla vista dei fedeli, sono state ripercorse le 14 stazioni della Via Crucis, la stessa che il Papa ha celebrato la sera al Colosseo con le toccanti meditazioni di Mons. Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia.
Più tardi l’Actio liturgica ci ha portati tutti a S. Lorenzo per i tre momenti forti –la Parola, l’Eucarestia, l’Adorazione della Croce– e quindi, la lunga e suggestiva processione di Cristo morto per le vie della città.
Il Sabato santo è stato vissuto nell’ attesa dell’alba gioiosa della Risurrezione. In prossimità della notte il bagliore del fuoco sul sagrato contrastava fortemente con il buio totale della chiesa che dietro il cero pasquale e l’acclamazione “Cristo luce del mondo” si è via via riempita di luce e di gente per esplodere nel canto del Gloria e lo scampanio festoso e dire a tutti “Cristo non è morto. E’ vivo ed è qui tra noi”.
La giornata di Pasqua è stato tutto un accorrere di fedeli a S. Lorenzo, oltre il previsto, oltre l’immaginabile, data l’ora di sonno in meno e la bella giornata primaverile che invitava ad andar fuori. Miracolo della fede!
Echi di Vita N°30 – Non è qui …è Risorto!
Non è qui, è Risorto: questo l’annuncio al sepolcro. Il Signore Gesù, che non può essere traenuto, ostacolato nel suo cammino, è deciso a realizzare un mondo nuovo, a donarci cuori nuovi.
Ma io dico a ciascuno di voi che il Risorto è presente nella nostra bella e variopinta Assemblea liturgica. E se il Risorto è in essa, allora, noi non siamo più i discepoli bloccati dai loro timori,
angosciati dai loro tradimenti, spaventati dai loro rinnegamenti.
Se Egli è presente, noi siamo nuovi.
Se non siamo nuovi, Egli non è presente!
Cosa ci dona, allora, la Pasqua?
Gesù si preoccupa delle lacrime di Maria di Magdala. Il mondo è un immenso pianto, ma la Pasqua diventa un immenso parto, perché genera vita, speranza, nuovi orizzonti, lacrime asciugate.
Ecco la vioria della vita. Pasqua è credere che con Dio la vita non finisce mai. Maria vede il sepolcro spalancato. Fuori è primavera e si sente l’ansia, l’urgenza, il fremito, la voglia di correre. Maria sente che deve correre, perché sta nascendo un nuovo giorno. Corre al sepolcro con le altre donne per accarezzare Gesù un’ultima volta.
Si dice che i sapieniti camminano, i giusti corrono, gli innamorati volano. Arrivare per primi, significa capire il significato della resurrezione. Chi ama e si sente amato, capisce di più, capisce prima, capisce più a fondo. Per chi ama, nulla è mai finito! E per l’amore tuo è prezioso dell’amato, tuo è degno di venerazione.
Ma ciò che porterà le donne a credere è nascosto in un verbo: ricordatevi. Le donne credono perché ricordano. Chi ama non dimentica. Tuo ciò che vivremo nell’amore non andrà perduto, non potrà essere vinto dalla morte.
Pasqua è meere il nostro respiro nell’immenso soffio di Dio. Egli ci invita a respirare Cristo, Colui che è vivo. Pasqua è la festa dei macigni rotola$ via dal cuore e dall’anima. Nel giardino dove
c’è il sepolcro c’è la primavera.
Il mio augurio è che sia sempre primavera nel vostro cuore. Quella vita che avete dentro e che è animata ancora di più dalla fede nel Cristo Risorto, contagi quanti ci sono vicini e anche oltre e con$nui a gorgogliare viva, nonostante tuo.
Scarica il PDF:
Peregrinatio SS Crocifisso Chiesa Maria Santissima Immacolata
Papa Francesco con la semplicità che contraddistingue il suo pontificato, ha annunciato al mondo che dal giorno dell’Immacolata Concezione, 8 dicembre al 20 novembre 2016, si sarebbe svolto un Giubileo Straordinario:il Giubileo della Misericordia.
Grande è il progetto: la Misericordia è l’architrave che sorregge la vita della Chiesa e del cristiano. Tutti siamo stati chiamati a vivere e a far vivere questo grande Dono di Dio. Le tre Parrocchie della nostra città di Isola del Liri insieme con la parrocchia di Castelliri hanno voluto che fosse proprio Gesù Crocifisso a parlare della sua Misericordia; e come il Giubileo è straordinario, così questo evento che raccontiamo è stato un Dono stupendo per il cuore degli isolani e di tutti quelli che lo stanno vivendo in questi giorni di grazia.
L’immagine miracolosa di Cristo sofferente crocifisso che è venerata in Isola del Liri è stata da sempre custodita nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova e, oltre alle giornate estive a Lui dedicate, era possibile ed emozionante vedere il S.S. Crocifisso quando per antica tradizione si richiedeva la “scopritura”: la Sacra Immagine veniva mostrata ai fedeli facendo scendere il velario che la copre, soprattutto quando, per gravi necessità o per un infermo in pericolo di vita, ci si affidava alla Misericordia di Dio.
Tutto questo è una premessa doverosa per far comprendere lo stato d’animo che ha accompagnato questo periodo quaresimale di missione, particolarmente nel nostro territorio. Dopo una prima settimana nella quale la Santissima Immagine è uscita dalla sua “nicchia” ed ha sostato a Castelliri, insieme alla Reliquia della Santa Croce l’abbiamo finalmente accolta nella nostra parrocchia Maria Santissima Immacolata dal 29 Febbraio al 7 Marzo.
Abbiamo vissuto una forte emozione quando l’icona del Figlio di Dio in Croce è stata posizionata accanto all’immagine di Maria, sua Madre terrena. Ogni mamma poteva immedesimarsi in Maria. Potevamo contemplare il dolore silenzioso di Maria accanto ad un figlio in croce ma allo stesso tempo l’esultanza grande del suo cuore che sapeva della sua morte e della sua resurrezione per l’umanità.
Tra le varie e bellissime collocazioni, questa è stata l’occasione unica e straordinaria di vedere Cristo e Maria insieme, e con questi sentimenti nel cuore abbiamo iniziato le prime due giornate con i centri d’ascolto dislocati in varie case, in modo da coprire tutto il nostro territorio spirituale.
In questi centri di ascolto nelle famiglie ci siamo fermati a riflettere e a dialogare sull’incontro con la Misericordia di Dio e sull’essere perdonati e chiamati al perdono.
Il mercoledì tutti in Chiesa: Suor Annamaria ci ha fatto riflettere su “L’Amore non amato” (S. Francesco di Assisi), e il giovedì abbiamo vissuto un intenso Roveto Ardente di Intercessione davanti al Santissimo Sacramento per tutti i malati e i sofferenti.
Ogni giornata iniziava con l’Adorazioni Eucaristica, la visita agli anziani e/o ai malati da parte di Don Roberto e di Suor Annamaria; e dopo i vespri si concludeva ogni serata con un itinerario spirituale molto intenso.
Particolarmente forte è stata la serata del venerdì con la Via Crucis delle ore 21.00; subito dopo per volere di Papa Francesco, nella nostra parrocchia come in tutto il mondo, è stato esposto per 24 ore Gesù Sacramentato.
Durante la veglia notturna, oltre ai canti, alle preghiere, ai silenzi riflessivi, è stato possibile per tutti celebrare il sacramento della Riconciliazione con Don Roberto e Don Giuseppe.
Sabato sera abbiamo vissuto un momento di intensa spiritualità mariana, per vivere la Misericordia alla scuola di Maria: la sua esemplarità è sempre un punto fermo per la nostra vita, un dono di Dio che non ci abbandona mai.
Ogni notte in Parrocchia c’è stata la veglia notturna per non lasciare incustodita l’icona del Crocifisso: spontaneo e amato è stato il sacrificio fatto con semplice venerazione da alcuni fedeli.
La riflessione costante di questa settimana è stata rivolta al cuore del Padre che nella sua Misericordia accoglie il Figlio, i figli. Questo tema è stato affrontato iniziando con semplicità nelle famiglie, ma è stato riproposto fortemente durante le Celebrazioni da Don Roberto, e completato ancor più da Suor Antonella durante il Giubileo dei Cresimandi, al quale abbiamo partecipato come momento conclusivo della missione parrocchiale.
Il Vescovo che aveva accolto il Crocifisso a Castelliri nella sua tappa inaugurale, con lo stesso calore, ha parlato e abbracciato centinaia di ragazzi che faranno la Cresima quest’anno.
Con questo bagaglio prezioso nel cuore andiamo verso la Pasqua del Nostro Signore Gesù Cristo, grati a Dio per quanto ha seminato tra di noi, e per quanto ancora seminerà in questo Anno speciale.
Marisa Peticca
[gallery link="file" columns="4" ids="1497,1498,1499,1500,1501,1502,1503,1504,1505,1506,1507,1508,1509,1510"]Valentina Abballe
Echi di Vita N°28 – V DOMENICA DI QUARESIMA
Una donna trascinata lì a forza, una persona nell’angoscia di morte, e Gesù senza sapere se è colpevole o meno prende le sue difese. Chiunque ha diritto di vivere, a ciascuno è data una ulteriore possibilità. Accusare, fare giustizia da sé, desiderare la morte dell’altro, non può mai costituire l’atteggiamento del cristiano, bensì che l’altro viva sempre.
Gesù sa cogliere sempre la sofferenza di chi gli è dinanzi e mai il suo peccato, il suo sguardo è rivolto verso il basso, evita perfino di fissarti e di incrociare il tuo sguardo, rimane solo con te, nel silenzio più profondo, si alza e si pone dinanzi a te con il rispetto più grande, si avvicina e parla al tuo cuore.
Dove sono? Coloro che sanno solo vedere sempre il male, pensare in negativo, giudicare senza comprendere, lanciare le pietre seppellendo gli altri, dove sono?
Costoro devono scomparire, non possono far parte del cerchio degli amici, nemmeno degli spazi delle nostre comunità, sono chiamati a convertirsi.
Gesù, ogni domenica, scrive nel cuore delle nostre assemblee liturgiche, non più nella polvere, e dice le stesse parole dette alla donna del Vangelo di oggi: tu non sei peccato, non sei un’adultera, ma una donna.
Ecco il mistero della nostra vita: uomini e donne fragili, ma veri e capaci di amare, di amare molto e per questo perdonati. Basta una parola del Vangelo a cambiare la vita: tutto è cancellato, dimenticato, azzerato, perché Dio ha fiducia e sa vedere oltre e tu?
Don Alfredo Di Stefano
Scarica il PDF:
San Lorenzo Martire ® – 2016 03 12 – Echi di VITA – N 28
PEREGRINATIO SS.mo CROCIFISSO: SECONDA SETTIMANA DELLA MISSIONE POPOLARE
Lunedi 24 febbraio 2016, alle ore 18:00, la comunità parrocchiale Maria S.S. Immacolata Concezione ha dato inizio, con l’arrivo dell’icona del Crocifisso dalla sua prima tappa nella parrocchia di Castelliri, attraverso canti di gioia animati dal coro parrocchiale, alla seconda settimana della missione popolare. Questa missione condivisa è frutto di una decisione interparrocchiale, delle tre parrocchie di Isola del Liri e di quella di Castelliri, per sottolineare l’appartenenza a una “grande comunità” che vede riunite tutte le chiese della zona. In realtà, come ha detto don Roberto nell’omelia del giorno, è stato Gesù Crocifisso stesso a voler “attirare tutti a sé”, per continuare la sua opera in mezzo alla sua gente, per rivelarsi ancora come Volto della Misericordia e per compiere grazie su grazie. L’invito di Gesù in questi giorni è di non restare fermi sulle nostre abitudini ma di aprirci al dono della predicazione straordinaria del suo annuncio di pace e
conversione.
Daiana Ricci
Echi di Vita N°27 – IV DOMENICA DI QUARESIMA
Una piccola storia di parole semplici che lascia trasparire il cuore di Dio, il padre buono che ama senza misure, forte nel saper attendere, libero nel dimenticare il gesto compiuto dal figlio, tenero nell’accogliere: un Dio differente da qualsiasi immagine e da qualsiasi esperienza personale.
Un figlio giovane alla ricerca di felicità, alla scoperta di un mondo nuovo, incamminato verso una storia segnata dal peccato e dal male, verso un futuro riempito di scelte superficiali che incontra una umanità decaduta, dove si fa esperienza di morte, di fame, di solitudine.
E poi il viaggio di ritorno, dove il ribelle è disposto a farsi servo, dove il pentimento è forte e sincero, dove la nostalgia del pane di casa è desiderio di vita, dove l’emozione di abbracci e di baci sono senza riserve, dove qualcuno ti corre incontro per farti sentire di nuovo figlio e così risollevarti dal dolore e dal rimpianto di errori vissuti, dove la parola non è più rimprovero ma gioia nell’essere considerato ancora un figlio vivo.
Un invito: convertirsi! Cambiare sguardo su se stessi, non perdere mai fiducia, riprendersi, ritornare sui primi passi, sentirsi in viaggio ricchi dell’affetto di tanti.
Cambiare sguardo su Dio, egli il padre che tutto dona e perdona, unico nel suo attendere, speciale nel suo tacere e nel dire parole belle e giuste. Cambiare sguardo sugli uomini, liberi da risentimenti, gelosie, sospetti.
La nostra unica certezza che ci riempie di speranza: essere tutti figli rivestiti dell’amore di un padre che è tale solo se ha figli vivi!
Mons. Alfredo Di Stefano
Scarica la versione in PDF:
San Lorenzo Martire ® – 2016 03 05 – Echi di VITA – N 27
Echi di Vita N°26 III DOMENICA DI QUARESIMA
Il Vangelo di questa domenica ribadisce con la sua forza che Dio non produce la morte e coloro che sono stati colpiti da calamità o da tragedie non sono legati ad una vita di peccato. E’ opinione comune pensare che qualsiasi cosa accade di negativo sia espressione di una colpa: che male ho fatto per meritarmi questo castigo?
Dio non spreca la sua presenza o la sua autorità nel produrre condanne, vendette o nell’allestire tribunali. Dio è nel riflesso di ogni lacrima, nel solco di ogni dolore, nel sangue di ogni ferita. Niente è perduto, tutto è conservato e custodito, tutto è trasfigurato.
Ci chiediamo, invece: Dio dov’era? Dio asciugherà ogni lacrima. L’eternità è, infatti, raccogliere lacrime e non peccati, quest’ultimi si dissolvono coma la neve dinanzi al sole. E allora?
Ogni cosa che accade è un richiamo alla conversione perché tutto andrà in rovina se non ci convertiamo alla pace e alla giustizia, se non scegliamo l’amore al di sopra di ogni violenza e ingiustizia.
Dio agisce con grande pazienza, vedi la parabola del fico: lavorare ancora un anno perché forse porterà i
frutti. Egli è il Dio della speranza, guarda il futuro, perchè l’albero è buono, ci vorrà altro sole, altra acqua, altro lavoro. Egli è come un contadino, mi lavora, mi cura, perchè porti vita.
Siamo per questo anche noi chiamati a credere nella fecondità, che cioè ogni cosa fiorirà, credere nel frutto buono, nel sorriso che illuminerà tutti e tutto.
Convertirsi è, allora, avere questo sguardo: riconoscere, valorizzare, promuovere, i frutti presenti intorno a noi, perchè vivere è produrre frutti buoni o non è vivere!