Nei tre “Tavoli di lavoro” dell’Assemblea pastorale di inizio anno era nata la “voglia” di incontrarsi ancora e i responsabili della pastorale familiare con il Parroco in testa non si sono fatti scappare l’opportunità felicissima di iniziare un cammino sistematico.
Gli accordi erano chiari: un sabato sera al mese con le famiglie intere, genitori e figli, per un incontro che avesse tra gli ingredienti, un po’ di Bibbia e riflessioni sulla vita di oggi, dialogo aperto, testimonianze e preghiera. E così è stato.
Sabato 5 novembre, mentre i ragazzi e gli adolescenti erano a casa delle Piccole Francescane della Chiesa davanti al camino acceso, a parlare di… SOGNI, i papà e le mamme con i figli più piccoli si sono ritrovati nella Sala Agape a confrontarsi con una STORIA D’AMORE.
Si erano appena seduti intorno al grande tavolo rosso, quando gli animatori della serata hanno fatto mettere le donne da una parte e gli uomini dall’altra e a capotavola i bambini. Si è dato così il via al giro di conoscenza: le mogli dovevano presentare i loro mariti e questi dovevano raccontare tre “cose belle” delle loro donne. Un po’ di imbarazzo fugato presto da belle attestazioni d’amore.
Poi ogni partecipante ha avuto tra le mani una striscia di carta con un nome e il “gioco” consisteva nel ricomporre –tra la sorpresa generale!- le famiglie bibliche. Ben 17! Qualcuna era facilissima, qualche altra un po’ meno, ma molte erano proprio sconosciute!
Tornati al tavolo -questa volta mogli e mariti vicini, mentre i figli andavano in un’altra sala per le loro attività seguiti da una bravissima educatrice- si è fatta conoscenza con la prima “coppia” vissuta circa 4000 anni fa, in un ambiente ed in un contesto di vita lontanissimo da noi.
“Cosa mai possiamo “imparare” noi oggi da Abramo e Sara?” si sarà chiesto più di qualcuno. Forse nulla, tanta è la diversità, o forse tutto perché il mistero della vita con le sue paure ed i suoi bisogni, le sue gioie ed i suoi amori si ripete immutato nel tempo.
L’incontro, infatti, si è concentrato sulla forza della fede, che è fiducia incondizionata, abbandono coraggioso, capacità di lasciare ogni cosa e di andare sempre oltre, risposta ad una chiamata misteriosa, permettendo a Dio di operare con “mano libera” nella nostra vita, per compiere grandi cose, pur attraverso momenti di crisi, di buio, di sofferenza.
Non è stato difficile, allora, parlare, raccontare la propria esperienza, esprimere i propri dubbi, raccogliendo anche le parole non espresse nella preghiera finale fatta con i bambini seduti sulle proprie gambe. E c’è chi –e sono stati tanti- finito l’incontro, non è scappato via, ma si è fermato ancora soddisfatto di questo sabato sera un po’ diverso dalla routine e indubbiamente più ricco di pensieri, di riflessioni, di sentimenti.
L’appuntamento prossimo è per il 1° sabato di dicembre, stessa ora, stesso luogo, con un’altra “storia d’amore” ed un’altra famiglia.