Con tue le situazioni tragiche, le morti e le croci d’Israele, Gesù dà inizio alla sua missione quasi giocando con dell’acqua e con del vino. Schiavi e lebbrosi gridavano la loro disperazione e Gesù comincia non da loro ma da una festa di nozze. Deve esserci soo qualcosa di molto importante: è il volto nuovo di Dio, un Dio che viene come festa.
A lungo abbiamo pensato che Dio non amasse troppo le feste degli uomini. Il crisanesimo ha subìto come un baesimo di tristezza. Dice un filosofo: «I crisani hanno dato il nome di Dio a cose che li costringono a soffrire!». Nel dolore Dio ci accompagna, ma non porta dolore. Lui benedice la vita, gode della gioia degli uomini, la approva, la apprezza, se ne prende cura.
Una festa di nozze: le nozze sono il luogo dove l’amore celebra la sua festa. Ed è lì che Gesù pone il primo dei segni: il primo segnale da seguire nelle strade della vita è l’amore, forza capace di riempire di miracoli la terra.
«E viene a mancare il vino». Il vino, in tua la Bibbia, è simbolo di gioia e di amore, ma minaccia; la vita si trascina stancamente, occorre qualcosa di nuovo: Gesù stesso, volto d’amore di Dio.
Il vino che viene a mancare è esperienza quodiana: viene a mancare quel non-so-che che dà qualità alla vita, un non-so-che di energia, di passione, di entusiasmo, di salute che dia sapore e calore alle cose. Come uscirne? A due condizioni.
«Qualunque cosa vi dica, fatela». Fate il suo Vangelo; rendetelo gesto e corpo; tuo il Vangelo, il consiglio amabile, il comando esigente, la consolazione, il rischio. E si riempiranno le anfore vuote della vita.
«Riempite d’acqua le anfore». Solo acqua posso portare davan al Signore, nient’altro che acqua. Eppure la vuole tua, fino all’orlo. E quando le sei anfore della mia umanità, dura come la pietra e povera come l’acqua, saranno offerte a Lui, colme
di ciò che è umano e mio, sarà Lui a trasformare questa povera acqua nel migliore dei vini, immeritato e senza misura.
A Cana, gli sposi non hanno meri o diriti da vantare. La loro povertà non è un ostacolo, ma una opportunità per il Signore, un tolo per il suo intervento. Dio viene anche per me che non ho meri; viene come festa e come gioia, come vino buono, e conta non i miei meri ma il mio bisogno.
Scarica il giornalino Completo: >> San Lorenzo Parrocchia © – ECHI DI VITA 2019 N°03 <<