Il Vangelo evidenzia due questioni di fondo, che chiunque desideri una vita autentica deve affrontare. La prima: essere o apparire. La seconda: l’amore per il potere.
Praticate ciò che vi dicono, ma non fate secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno.
La severità di Gesù non va contro la debolezza di chi vorrebbe ma non ce la fa, bensì contro l’ipocrisia di chi fa finta. Verso la nostra debolezza Gesù si è sempre mostrato premuroso.
L’ipocrita non si accontenta di essere peccatore, vuole apparire buono. E con la sua falsa virtù fa sì che gli uomini non si fidino più neanche della virtù autentica.
Gesù poi stigmatizza un secondo errore che rovina la vita: l’amore del potere.
Non fatevi chiamare maestro, dottore, padre, come se foste superiori agli altri. Voi siete tutti fratelli.
E già questo è un primo grande capovolgimento: tutti fratelli, nessuno superiore agli altri, relazione paritaria e affettuosa. Ma a Gesù questo non basta e opera un ulteriore capovolgimento: il più grande tra voi è colui che serve.
Il più grande è chi ama di più. Il mondo ha bisogno d’amore e non di ricchezza per fiorire. E allora il più grande del nostro mondo sarà forse una mamma sconosciuta, che lavora e ama nel segreto della sua casa o nelle foreste d’Africa.
Gesù rovescia la nostra idea di grandezza, ne prende la radice e la capovolge al sole e all’aria e dice: tu sei grande quanto è grande il tuo cuore. Siete grandi quando sapete amare, quando sapete farlo con lo stile di Gesù, traducendo l’amore in servizio: sono venuto per servire non per essere servito.
È l’assoluta novità di Gesù: Dio non tiene il mondo ai suoi piedi, è Lui ai piedi di tutti. Dio è il grande servitore, non il padrone. Lui io servirò, perché Lui si è fatto mio servitore.
don Alfredo Di Stefano
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