Il brano evangelico odierno è il seguito di quello di domenica scorsa. Siamo sempre nella sinagoga di Nazaret, il villaggio dove Gesù è stato allevato e dove era tornato all’inizio della sua predicazione in Galilea: “Oggi si è realizzata questa Scrittura nei vostri orecchi”.
Ed ecco la reazione dell’uditorio: “Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”. Con la sua omelia Gesù ha colpito l’uditorio, ha saputo destare l’interesse e la meraviglia perché le sue erano anche “parole di grazia”.
Quelli che hanno appena approvato e “applaudito” Gesù, dicono: “Costui è il figlio di Giuseppe, il carpentiere che ben conosciamo come nostro concittadino. È un uomo, nient’altro che un semplice uomo ordinario, nulla di più!”. Le parole di Gesù hanno meravigliato quella gente: il messaggio che egli ha dato è buono – pensano gli abitanti di Nazaret – ma è il messaggio di un uomo ordinario, come lo si vedeva e lo si poteva descrivere conoscendo bene suo padre Giuseppe. L’entusiasmo e la meraviglia non conducono alla fede in Gesù, perché i presenti, per riconoscergli autorità, non si accontentano di parole: vogliono segni, miracoli che garantiscano la sua missione!
Gesù, conoscendo i pensieri del loro cuore, non evita il conflitto, non lo tace, ma anzi lo fa esplodere. “Certamente” – dice – “alla fine dei vostri ragionamenti vi verrà in mente un proverbio: ‘Medico, cura te stesso’. Ovvero, se vuoi avere autorità e non solo pronunciare parole, fa’ anche qui a Nazaret, tra quelli che conoscono la tua famiglia, ciò che hai fatto a Cafarnao!”. È una tentazione che Gesù sentirà più volte rivolta a sé: qui tra i suoi, più tardi a Gerusalemme e infine addirittura sulla croce
Di fronte a questo repentino cambiamento di umore dell’uditorio nei suoi confronti, dallo stupore all’indignazione, Gesù pronuncia alcune parole cariche di mitezza e, insieme, di rincrescimento, parole suggerite dalla sua assiduità alle Scritture, soprattutto ai profeti. “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria, nella sua terra”.
Con queste parole Gesù, nella sua missione, fa cadere ogni frontiera, ogni muro di separazione: non c’è più una terra santa e una profana; non c’è più un popolo dell’alleanza e gli altri esclusi dall’alleanza. No, c’è un’offerta di salvezza rivolta da Dio a tutti. Anzi, il Dio di Gesù ama i pagani perché ha come nostalgia di loro, che durante i secoli sono rimasti lontani da lui. Gesù dunque li va a cercare, a incontrare e trova in loro una fede-fiducia che gli permettono quell’azione liberatrice per la quale era stato inviato da Dio.
don Alfredo Di Stefano
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