Una domanda trabocchetto: è lecito o no a un marito ripudiare la moglie?
I farisei conoscono bene la legge di Mosè; sanno però che esiste un conflitto tra norma e vita, e molto dolore tra le donne ripudiate, e mettono alla prova Gesù in questa strettoia tra la regola e la vita, tra il sabato e l’uomo: starà con la legge o con la persona?
Gesù risponde rilanciando in alto, ci porta subito oltre lecito e illecito, oltre le strettoie di una vita immaginata come esecuzione di ordini, come obbedienza a norme. Ci porta a respirare un sogno, l’aria degli inizi: in principio, prima della durezza del cuore, non fu così: non è bene che l’uomo sia solo!
Nel regno della bellezza e della gratuità, nel cuore dell’Eden, Dio scopre un nonbene, una mancanza che precede la colpa originale, un male più antico del peccato: la solitudine, il primo nemico della vita.
A Lui interessa che nessuno sia soffocato dalle spire della solitudine: «gli voglio fare un aiuto che gli sia simile».
«Aiuto» è parola bellissima che riempie i salmi, che deborda dalle profezie, gridata nel pericolo, invocata nel pianto, molto più di un supplemento di forza o di speranza, indica una salvezza possibile e vicina.
Eva e Adamo sono l’uno per l’altro «aiuto simile», salvezza che cammina a fianco, una carne sola. In principio, prima della durezza del cuore, era così.
L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto. Non contaminare il sogno di Dio, ecco l’imperativo.
Ma questo non avviene a causa di una sanzione giuridica che ratifica la fine di un patto nuziale, ma accade a monte, per cento eventi, per quei comportamenti che producono l’indurimento del cuore e non sanno mantenere vivo l’amore: l’infedeltà,
la mancanza di rispetto, l’offesa alla dignità, l’essere l’uno per l’altro non causa di vita ma di morte quotidiana.
Un matrimonio che non si divide non è una norma difficile da osservare, è «vangelo», lieta notizia che l’amore è possibile, che può durare oltre, che il cuore tenero è capace di un sogno che non svanisce all’alba, e che è secondo il cuore di Dio.
don Alfredo Di Stefano
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