La barca sta per affondare e Gesù dorme. Il mondo geme, lotta contro la malattia e la disperazione e Dio dorme. L’angoscia lo contesta: non ti importa niente di noi? Perché dormi? Svegliati!
Perché così tanta paura?
C’è tanto da attraversare, tanta paura motivata. Ma troppo spesso la religione si è ridotta a una gestione della paura. Dio non vuole entrare in questo gioco.
Egli non è estraneo e non dorme, sta nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Sta nelle braccia dei marinai forti sui remi, sta nella presa sicura del timoniere, nelle mani che svuotano l’acqua, negli occhi che scrutano la riva, che forzano il venire dell’aurora.
Dio è presente, ma non come vorrei io, bensì come vuole lui: è sulla mia barca e vuole salvarmi, ma insieme a tutta la mia libertà. Non interviene al posto mio ma insieme a me; non mi esenta dalla tempesta ma mi precede, come il pastore nella valle oscura.
Vorrei che non sorgessero mai tempeste e invece la morte è allevata dentro di noi con il nostro stesso respiro e sangue. Vorrei che il Signore gridasse subito all’uragano: taci, che rimproverasse subito le onde: calmatevi, e che alla mia angoscia ripetesse: è finita. Vorrei essere esentato dalla lotta, e invece Dio risponde dandomi forza, tanta forza quanta ne basta per il primo colpo di remo, tanta luce quanta ne serve al primo passo.
Non ti importa che moriamo? La risposta è senza parole ma ha la voce forte dei “mi importa di te, mi importa la tua vita, tu sei importante”.
Tu mi importi al punto che ti ho contato i capelli in capo e tutta la paura che porti nel cuore.
E sono qui a farmi argine e confine alla tua paura. Mi troverai dentro di essa, nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Solo così l’attraversata diventa possibile, con lui accanto a noi. In questo tempo di pandemia questa esperienza l’abbiamo condivisa, ora approdiamo finalmente a terra: abbiamo sconfitte le nostre paure?
Da quelle del mare ecco ora quelle della terra, esse sono dentro di noi, ma Lui è con noi, basta svegliarlo, basta risvegliare la nostra fede.
don Alfredo Di Stefano
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