Un dramma nel dramma è quello dei tanti morti in solitudine, senza il conforto degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti. Tante sono le preghiere che si elevano al cielo nelle chiese vuote e dalle case mai così “affollate” come in questi giorni di isolamento.
Già i sacerdoti celebrano ogni giorno la S. Messa per l’intero popolo di Dio, vivi e defunti, ma in attesa che tutto questo finisca e si tornerà a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli, il Papa ha chiesto per oggi, venerdì 27 marzo, due gesti significativi: i Vescovi si recheranno da soli in un Cimitero della propria Diocesi per affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti ed esprimere la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore.
Alle ore 18.00 in Piazza S. Pietro il Papa, tutto solo, si metterà in adorazione del SS. Sacramento e sotto lo sguardo del Cristo miracoloso di S. Marcello al Corso, con cui è gemellata la nostra Confraternita del SS. Crocifisso.
Il momento di preghiera si chiuderà con la benedizione “Urbi et orbi” e l’indulgenza plenaria, concessa a tutti coloro che si uniranno in preghiera, secondo le condizioni previste dal nuovo Decreto del 20 marzo scorso della Penitenzieria apostolica.
«Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario o dell’Inno Akàthistos alla Madre di Dio, alla pia pratica della Via Crucis o dell’Ufficio della Paràklisis alla Madre di Dio oppure ad altre preghiere delle rispettive tradizioni orientali, ad altre forme di devozione, o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile»
A sinistra l’immagine del nostro Crocifisso, gelosamente custodito nella chiesa di S. Antonio. Da secoli è amato e venerato dagli Isolani, che lo pregano con fede ogni 1° domenica del mese in occasione della “scopritura” ed il venerdì santo, nella festa in suo onore a Luglio e nel giorno dell’Esaltazione della S. Croce a Settembre. E’ invocato con fiducia e speranza nei momenti di pericolo e di calamità naturali.
A destra il Crocifisso oggetto della venerazione dei romani da più di cinquecento anni, da quando – nel 1519 – emerse miracolosamente intatto dall’incendio che devastò la chiesa che lo ospitava. Tre anni più tardi venne portato in processione per tutti i rioni della città, gesto cui venne attribuita la cessazione dell’epidemia di peste che aveva colpito Roma.