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ECHI DI VITA 2017 N° 33

Echi Di Vita N°33 – VERSO IL SIGNORE NELLa BELLEZZA DEL FEDE

Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla.

Gesù fa faca a lasciare la gente, non vuole andarse-ne finché non li ha saluta tu, così come noi facciamo faca a lasciare la casa di amici cari dopo una cena in cui abbiamo condiviso il pane e l’affetto.

Era stato un giorno speciale: un fervore di solidarietà, un molplicarsi di mani, di cuori, di cure per portare il pane a tu, la fame dei poveri saziata, era il suo sogno realizzato.

Ora, desidera l’abbraccio del Padre: congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare, a condividere con lui la sua gioia: sì, Padre, si può! Portare il tuo regno sulla terra si può! Poi sente il desiderio di tornare dai suoi.

Sul finire della noe egli andò verso di loro camminando sul mare… Pietro allora gli disse: “Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque”. Ed egli gli disse: “Vieni!”.

Pietro nella sua richiesta, coraggiosa e scriteriata insieme, domanda due cose: una giusta e una sbagliata. Comanda che io venga verso di te, richiesta bella, perfe#a: andare verso Dio!

Ma poi sbaglia chiedendo di andarci camminando sulle acque.

A che cosa serve questa esibizione di potenza fine a se stessa, clamorosa ma sterile, questo intervento divino che non ha come scopo il bene delle persone? Che è all’opposto di ciò che si era verificato la sera prima, con i pani e i pesci?

E infa è un miracolo che fallisce, che non va a buon fine, e Simone inizia ad affondare. Pietro si rivela uomo di poca fede non quando è travolto dalla paura delle onde, del vento e della notte, ma prima, quando chiede questo genere di segni per il suo cammino di fede.

Pietro tu andrai verso il Signore, ma non camminando sul luccichio illusorio di acque miracolose, bensì sulla strada polverosa del buon samaritano; andrai verso Gesù, ma prolungando il suo modo di vivere, di accogliere, di inventare strade che conducano al cuore dell’uomo.

Pietro, emblema di tu noi, imparerà a camminare verso un mondo nuovo contando non sulla forza di imprevedibili miracoli, ma sulla forza prodigiosa di un amore quodiano che non si arrende, sulla bellezza di una fede nuda.

Questo è ciò che noi tu dobbiamo, forse, ancora cercare di imparare!

Don Alfredo

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