Per amore, scrivo questa lettera a voi, in occasione della festa della nostra Patrona, per riflettere insieme sulla realtà della famiglia e in particolare del rapporto uomo-donna. Tanti sono i volti di donne e di uomini, che ho incontrato in questo primo anno tra voi.
Il mio sguardo ha incrociato i loro occhi, ha percepito speranze e sogni, ha colto amarezze e delusioni, lacrime di dolore e sorrisi di felicità.
Per amore, l’uomo e la donna sono stati creati da Dio “a sua immagine e somiglianza”, diversi ma di pari dignità, capaci di camminare insieme nel rispetto, nella stima e nell’aiuto reciproco.
Un percorso lungo, spesso lento, talora difficile, ma inarrestabile.
Oggi la donna occupa spazi di presenza e di partecipazione attiva in tutte le espressioni della vita pubblica, politica ed ecclesiale. La stessa Chiesa non la vede più solo nel suo ruolo di madre, di sposa, di sorella e l’icona della Vergine Maria, che noi veneriamo sotto il titolo di Madonna di Loreto, ce lo richiama con profonda tenerezza.
Per amore, Maria dice “sì” all’annuncio dell’Angelo, accogliendo in sé il progetto di Dio.
Per amore Giuseppe la prende “in casa sua” proteggendola dal ludibrio della legge. Per amore questi sposi superano fatiche e dolori, custodendo nel segreto del loro cuore il “mistero” grande
e bello della loro vita.
Quante storie d’amore potremmo scrivere nel libro della nostra comunità, che vede accanto agli uomini figure femminili importanti, valorizzate e apprezzate! Ma al tempo stesso la triste piaga e il dramma della violenza contro le donne oggi ci interpellano.
Per amore, dicono, tanti uomini alzano le mani contro le “loro” donne… un amore sbagliato, un amore sconfitto, un amore ferito, un amore che fa male e porta morte. Per amore, dicono, tante donne tacciono, non si ribellano, non denunciano i loro uomini violenti… un amore che schiavizza, che offende, che ti fa sentire “cosa” e non persona.
Il termine “femminicidio” non sta ad indicare semplicemente il sesso della vittima, ma stigmatizza un amore possesso, un amore preteso, un amore costretto e quelle donne, uccise o solo sfregiate nel corpo e nell’anima, non chiedevano certo un amore così.
L’amore si impara ponendosi in una relazione rispettosa di sé e dell’altro sesso fin dall’adolescenza. All’amore ci si educa e lo si fa innanzitutto in famiglia.
“Non c’è più né uomo né donna” ci dice Gesù, non per annullare differenze ma per cancellare privilegi assurdi, inutili, dannosi.
La Vergine Lauretana ci insegni a coltivare con cura il terreno delle nostre famiglie: è lì che si previene ogni tipo di violenza, fisica, sessuale e psicologica; è lì che ci si educa al rispetto degli altri e di sé stessi per non cadere vittime di comportamenti vili e violenti, chiudendosi nella tristezza del silenzio.
Parliamoci con rispetto quando siamo in disaccordo! Non riempiamo di odio i nostri sguardi né di rabbia i nostri gesti!
PARROCCHIA DI SAN LORENZO MARTIRE – ISOLA DEL LIRI
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