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San Lorenzo Martire - 15_11 16 - Cantate a Dio con arte nel giubilo - Santa Cecilia

CANTARE A DIO CON ARTE NEL GIUBILO

Cantate a Dio con arte nel giubilo

«Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo!»

(Sal 32, 2.3).

 

Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo.

Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi.

Non lo imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il regno dei cieli.

Tutto il nostro amore ad esso sospira e canta un canto nuovo. Elevi però un canto nuovo non con la lingua, ma con la vita.

 

Cantate a lui un canto nuovo,

cantate a lui con arte (cfr. Sal 32, 3).

Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie.

 

Cantate con arte, o fratelli.

Quando, davanti a un buon intenditore di musica, ti si dice: Canta in modo da piacergli; tu, privo di preparazione nell’arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e criticato da un intenditore dell’arte.

Orbene, chi oserebbe presentarsi a cantare con arte a Dio, che sa ben giudicare il cantore, che esamina con esattezza ogni cosa e che tutto ascolta così bene?

Come potresti mostrare un’abilità così perfetta nel canto, da non offendere in nulla orecchie così perfette?

Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti.

 

Canta nel giubilo.

Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo: Cantare nel giubilo.

Che cosa significa cantare nel giubilo?

Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore.

Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti, ma, in seguito, quando l’emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla in parole e allora si sfogano in una modulazione di note.

Questo canto lo chiamiamo «giubilo».

Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole.

E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l’ineffabile Dio?

Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d’altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»?

Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe.

Cantate a lui con arte nel giubilo!

(cfr. Sal 32,3).

 

Dal “Commento sui salmi

di Sant’ Agostino, vescovo

(Sal32, Disc.1,7-8; CCL 38, 253-254)

Cosa sappiamo di S. Cecilia?

Cecilia, nobildonna romana, benefattrice dei Pontefici e fondatrice di una delle prime chiese di Roma, visse fra il II e III secolo.

Data in sposa al nobile Valeriano, si narra nella sua “Passio” che il giorno delle nozze la santa cantava nel suo cuore: «conserva o Signore immacolati il mio cuore e il mio corpo, affinché non resti confusa», mentre –secondo una traduzione del testo- si sentivano suoni di organo.

Per questo particolare è stata scelta come patrona dei musicisti.

Confidato allo sposo il suo voto di castità, egli si convertì al Cristianesimo e la prima notte di nozze insieme al fratello ricevette il Battesimo dalle mani del papa Urbano I.

Cecilia aveva un dono particolare: riusciva ad essere convincente e convertiva.

Le autorità romane catturarono prima Valeriano, che venne torturato e decapitato; poi Cecilia fu condannata al rogo, ma, dopo un giorno e una notte, il fuoco non la molestò.

Si narra che la Santa “invece di morire cantava lodi al Signore”. Si decise, quindi, di decapitarla: fu colpita tre volte, ma non morì subito e agonizzò tre giorni.

Molti cristiani che lei aveva convertito, andarono ad intingere dei lini nel suo sangue, mentre Cecilia non desisteva dal fortificarli nella Fede.

Quando la martire morì, papa Urbano I, sua guida spirituale, con i suoi diaconi, prese di notte il corpo e lo seppellì con gli altri papi e fece della casa di Cecilia una chiesa.

 

Festa di S. Cecilia – 22 novembre 2015

 

Parrocchia S. Lorenzo m.
Isola del Liri

 

A tutte le espressioni canore della Città, perché cantino con amore la misericordia di Dio

Don Alfredo