Monthly Archives : agosto 2024

Home2024agosto
Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 034

2024 – Echi di Vita N°34 – QUESTA PAROLA E’ DURA O E’ DURO IL NOSTRO CUORE?

La durezza è caratteristica di chi non ha fede, di chi non crede.

È il popolo dalla “dura cervice”, è il cuore di pietra che necessita di essere trasformato in un cuore di carne.

Ma chi è irrigidito nella propria incredulità, tende a non riconoscere ciò che riguarda se stesso -il che sarebbe già un passaggio di umiltà, e quindi un intenerimento del cuore- e ad attribuire la responsabilità a chi sta fuori.

Così, la Parola di vita che Gesù dona ai suoi discepoli è per i giudei ‘inascoltabile’.

Lo diciamo anche noi, comunemente: ‘non si può sentire!‘, e ci riferiamo a cosa inverosimile, da non credere, poco realistica se non addirittura paradossale.

Così sembra risuonare agli orecchi di questi uomini il discorso di Gesù.

È un momento cruciale, è un passaggio decisivo, non solo per la vita del Maestro, ma soprattutto per la scelta di chi vuol essere discepolo.

Volete andarvene anche voi?” è l’appello accorato del Signore ai suoi.

Perché? Cosa rende non ascoltabile la Parola di salvezza?

Per considerarsi prossimi al Dio della vita, non basta più una vita apparentemente fedele segnata da riti e pratiche esteriori, da conoscenze intellettuali ed esercizi moralistici di pietà.

Non possiamo accontentarci più di un vissuto legato al culto e al sacro, come se fosse gradito a Dio, allontanando dal nostro impegno una seria conversione di vita e un autentico rapporto di dialogo e fiducia con Gesù stesso.

È il suo sangue a farci diventare membra del suo Corpo, che è la Chiesa.

Ogni atteggiamento apparentemente neutrale e distaccato, ogni frattura tra il vissuto e il celebrato, ogni postura interiore di superiorità e di giudizio sono definitivamente denunciati come falsi, ipocriti e soprattutto estranei all’agire di Dio.

È dura, quindi, la parola.

Ma lo è anche perché tutto questo si radica nella realtà di un Dio che non combacia più con le immagini a cui i giudei sono abituati.

È duro un Dio così, per questo è dura la sua parola!

Chi mangia con un altro allo stesso tavolo, ne condivide ideali e sorte.

Chi mangia ‘con’ Gesù e addirittura ‘di’ Gesù, che con il pane di vita si identifica senza esitazione, assume in sé la stessa passione, ed è assunto in Dio verso la stessa condizione di servo donato e resuscitato.

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<

Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 033

2024 – Echi di Vita N°33 – CIBARSI DI CRISTO PER AVERE LA VITA ETERNA

Negli otto versetti di questo Vangelo Gesù per otto volte ripete: Chi mangia la mia carne vivrà in eterno. E ogni volta ribadisce il perché di questo mangiare: per vivere, perché viviamo davvero.

È l’incalzante, martellante certezza da parte di Gesù di possedere qualcosa che capovolge la direzione della vita: non più avviata verso la morte, ma chiamata a fiorire in Dio.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna.

Ha la vita eterna, non avrà. La «vita eterna» non è una specie di liquidazione che accumulo con il mio lavoro e di cui potrò godere alla fine dell’esistenza. La vita eterna è già cominciata: una vita diversa, profonda, giusta, che ha in sé la vita stessa di Gesù, buona, bella e beata.

Ma la vita eterna interessa?

Domanda il salmo responsoriale: C’è qualcuno che desidera la vita? C’è qualcuno che vuole lunghi giorni felici, per gustarla? (Salmo 33,13).

Sì, io voglio per me e per i miei una vita che sia vera e piena. Voglio lunghi giorni e che siano felici.

Li voglio per me e per i miei.

Siamo cercatori di vita, affamati di vita, non rassegnati, non disertori: allora troveremo risposte.

Le troveremo nella vita di Gesù, nella sua carne e nel suo sangue, che non sono tanto il materiale fisiologico che componeva il suo corpo, ma includono la sua vita tutta intera, la sua vicenda umana, il suo respiro divino, le sue lacrime, le sue passioni, i suoi abbracci, la casa che si riempie del profumo di nardo e di amicizia. Su, fino alla carne inchiodata, fino al sangue versato. Fino al dono di sé, di tutto se stesso.

   Mangiare e bere Cristo significa essere in comunione con il suo segreto vitale: l’amore. Cristo possiede il segreto della vita che non muore. E vuole trasmetterlo.

   «Chi mangia la mia carne dimora in me e io in lui».

È molto bello questo dimorare insieme. Gli uomini quando amano dicono: vieni a vivere nella mia casa, la mia casa è la tua casa.

   Dio lo dice a noi. E noi lo diciamo a Dio perché il nostro cuore è a casa solo accanto al suo.

E lascio che il mio cuore di due diventino finalmente una cosa sola.

Il fine della storia: Dio si è fatto uomo per questo, perché l’uomo si faccia come Dio.

Gesù Cristo entra in noi per produrre un cambiamento profondo: un pezzo di Dio in me perché io diventi un pezzo di Dio nel mondo.

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<

Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 032

2024 – Echi di Vita N°32 – QUEL PANE VIVO DISCESO DAL CIELO

Nessuno può venire a me se il Padre non lo attira.

Non si diventa cristiani se non per questa at­trazione, non certo per via di indottrinamento o di crociate. Io sono cristiano per attrazione: mi attira un Dio buono come il pane, umile come il pane, energia inesauribile che alimenta la vita, ogni vita, tutta la vita. Si dà e scompare.

Il verbo di questo Vangelo è «mangiare». Così semplice, quotidiano, vitale. Che indica cento cose, ma la prima è vivere. Mangiare è questione di vita o di morte. Dio è così: una questione di fondo. Ne va del­la tua vita.

Il segreto, il senso ultimo nel tempo e nell’eterno è vivere di Dio. Non solo diventare più buono, ma avere Dio dentro, che mi trasforma nel cuore, nel corpo, nell’anima, mi trasforma in lui. Partecipare al corpo e al sangue di Cristo non tende ad altro che a trasformarci in quello che riceviamo.

Dio in me: il mio cuore lo assorbe, lui assorbe il mio cuore e diventiamo una cosa sola. Ed è il senso di tutta la storia: portare cielo nella terra, Dio nell’uomo, vita immensa in questa vita piccola. Molto più del perdono dei peccati è venuto a portare: è venuto a dare se stesso.

Mangiare la carne e il sangue di Cristo, non si riduce però al rito della Messa.

Il corpo di Cristo non sta solo sull’altare, del suo Spirito è piena la terra, Dio si è vestito d’umanità, al punto che l’umanità intera è la carne di Dio. Infatti: quello che avete fatto a uno di questi l’avete fatto a me.

«Mangiare il pane di Dio» è nutrirsi di Cristo e di Vangelo, respirare quell’aria pulita, mangiare quel pane buono, continuamente.

Domandiamoci allora: noi di che cosa ci nutriamo? Di che cosa alimentiamo cuore e pensieri? Stiamo mangiando generosità, bellezza, profondità? O stiamo nutrendoci di superficialità, miopie, egoismi, intolleranze, insensatezze?

Se accogliamo in noi pensieri degradati, questi ci riducono come loro; se accogliamo pensieri di vangelo, di bontà e di bellezza, essi ci fanno uomini e donne della bellezza. Se ci nutriamo di Vangelo, il Vangelo dà forma al nostro pensare, al sentire, all’amare. E diventiamo ciò che ci abita.

Io non sono ancora e mai il Cristo, ma io sono questa infinita possibilità. Non basterà questa vita, forse, ma lui ha promesso. Ha promesso e io lo credo. Sono convinto che lo diverrò: una cosa sola con lui!

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<

Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 031

2024 – Echi di Vita N°31 – IL SIGNORE VUOLE DIVENTARE NOSTRO PANE

Un Vangelo di grandi domande.

Chiedono a Gesù: Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?

Egli risponde: Questa è l’opera di Dio, credere in colui che egli ha mandato.

Al cuore della fede sta la tenace, dolcissima fiducia che Dio ha il volto di Cristo, il volto di uno che sa soltanto amare.

È questa fiducia che ti cambia la vita per sempre, un’esperienza che se la provi anche una volta sola, dopo non sei più lo stesso: sentirti amato, teneramente, costantemente, appassionatamente, gelosamente amato. E sentire che lo stesso amore avvolge ogni creatura.

Quale segno fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? La risposta di Gesù: Io sono il Pane della vita. Un solo segno: io nutro. Nutrire è fare cosa da Dio. Pane di cielo cerca l’uomo, cibo per l’anima: vuole addentare la vita, goderla e gioirne in comunione, saziarsi d’amore, ubriacarsi del vino di Dio, che ha il profumo stordente della felicità.

Come un tempo ha dato la manna ai padri vostri nel deserto, così oggi ancora Dio dà.

Fermiamo l’attenzione su questo: Dio dà. Due parole semplicissime, eppure chiave di volta della rivelazione biblica.

Dio non chiede, Dio dà.

Dio non pretende, Dio offre.

Dio non esige nulla, dona tutto.

Un verbo così facile, così semplice, così concreto: dare, che racchiude il cuore di Dio. Dare, senza condizioni, senza contropartite; dare senza un perché che non sia l’intimo bisogno di fecondare, far fiorire, fruttificare vita.

Dio non dà cose, Egli può dare nulla di meno di se stesso. Ma dandoci se stesso ci dà tutto.

Siamo davanti a uno dei vertici del Vangelo, a uno dei nomi più belli di Dio: Egli è nella vita datore di vita. Dalle sue mani la vita fluisce illimitata e inarrestabile.

Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù distribuiva il pane, oggi si distribuisce come pane, che discende in noi, ci fa abitati dal cielo, e fa scorrere la nostra vita verso l’alto e verso l’eterno: chi mangia non avrà fame, chi crede non avrà sete, mai!

Abbiamo dentro di noi una vita di terra e una vita di cielo intrecciate tra loro. Il cristianesimo non è dottrina, che cresce e si affina attraverso nuove idee, ma è offerta di vita e anelito a sempre più grande vita; è una calda corrente d’amore che entra e fa fiorire le radici del cuore.

Che la nostra estate ci conceda tutto questo!

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<