Monthly Archives : maggio 2024

Home2024maggio
Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 021

2024 – Echi di Vita N°21 – ALL’ORIGINE C’E’ UN LEGAME D’AMORE

Sulla teologia della Trinità il Vangelo non offre formule o teorie, ma il racconto del monte anonimo di Galilea e dell’ultima missione affidata da Gesù agli apostoli. Tra i quali, però, alcuni ancora dubitavano.

E la reazione di Gesù alla difficoltà, alla fatica dei suoi è bellissima: non li rimprovera, non li riprende, ma, letteralmente, si fa vicino. Dice Matteo: «Gesù avvicinatosi a loro…». Ancora non è stanco di avvicinarsi, di farsi incontro. Eternamente incamminato verso di me, bussa ancora alla mia porta. E affida anche a me, nonostante le mie incertezze, il Vangelo.

Battezzate ogni creatura nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito.

I nomi che Gesù sceglie per mostrare il volto di Dio, sono nomi che vibrano d’affetto, di famiglia, di legami. Padre e Figlio, sono nomi che l’uno senza l’altro non esistono: figlio non c’è senza padre, né il padre è tale se non ha figli. Per dire Dio, Gesù sceglie nomi che abbracciano, che si abbracciano, che vivono l’uno dell’altro.

Il terzo nome, Spirito Santo, significa alito, respiro, anima. Dice che la vita, ogni vita, respira pienamente quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata.

Padre, Figlio, Respiro santo: Dio non è in se stesso solitudine, l’oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d’amore.

Alla sorgente di tutto, è posta la relazione. In principio a tutto, il legame. E qui scopro la sapienza del vivere, intuisco come il dogma della Trinità mi riguardi, sia parte di me, elemento costitutivo di Adamo, creato da principio «a sua immagine e somiglianza».

In questa frase, decisiva per ogni antropologia cristiana, mi è rivelato che Adamo non è creato semplicemente ad immagine di Dio, Creatore o Verbo o Spirito, ma più esattamente, e più profondamente, a somiglianza della Trinità.

A immagine di un Padre che è la fonte della vita, a immagine di un Figlio che mi innamora ancora, di uno Spirito che accende di comunione tutte le nostre solitudini.

La natura ultima dell’uomo è di essere legame d’amore. Io sono uomo quanto più sono simile all’amore.

Fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli… Il termine battezzare nella sua radice significa immergere. Immergete, dice Gesù, ogni creatura dentro l’oceano dell’amore di Dio, rendetela consapevole che in esso siamo, ci muoviamo, respiriamo.

Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Non dimentichiamo mai questa frase. Sono con voi, senza condizioni, dentro le vostre solitudini, dentro gli abbandoni e le cadute, dentro la morte. Nei giorni in cui credi e in quelli in cui dubiti; quando ti sfiora la morte, quando ti pare di volare. Nulla, mai, ti separerà dall’amore.

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >>  Clicca Qui  <<

Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 020

2024 – Echi di Vita N°20 – CHIAMATI A PENSARE IN GRANDE, A CONTAGIARE LA SPERANZA

Cinquanta giorni dopo Pasqua, la discesa dello Spirito santo, raccontata dagli Atti degli Apostoli con la mediazione dei simboli.

La casa, prima di tutto. Un gruppo di uomini e donne nella stanza al piano superiore, dentro una casa, simbolo di interiorità e di accoglienza; nella stanza al piano alto, da dove lo sguardo può spaziare più lontano e più in alto; in una casa qualunque, affermazione della libertà dello Spirito, che non ha luoghi autorizzati o riservati, e ogni casa è suo tempio.

Il vento, poi: all’improvviso un vento impetuoso riempì tutta la casa, che conduce pollini di primavera e disperde la polvere, che porta fecondità e smuove le cose immobili. Che non sai da dove viene e dove va, folate di dinamismo e di futuro.

«Lo Spirito è il vento che fa nascere i cercatori d’oro» (Vannucci), che apre respiri e orizzonti e ti fa pensare in grande. Mentre tu sei impegnato a tracciare i confini di casa tua, lui spalanca finestre, dilata lo sguardo. Ti fa comprendere che dove tu finisci, inizia il mondo, che la fine dell’isola corrisponde all’inizio dell’oceano, che dove questa tua vita termina comincia la vita infinita. Tu confini con Dio.

Poi il simbolo del fuoco. Lo Spirito tiene acceso qualcosa in noi anche nei giorni spenti, accende fiammelle d’amore, sorrisi, capacità di perdonare; e la cosa più semplice: la voglia di amare la vita, la voglia di vivere. Noi nasciamo accesi, i bambini sono accesi, poi i colpi duri della vita possono spegnerci. Ma noi possiamo attingere ad un fuoco che non viene mai meno, allo Spirito, accensione del cuore lungo la strada e sua giovinezza.

Giorno di Pentecoste e ci domandiamo: come agisce lo Spirito santo, che cosa fa in noi e per noi?

Dice l’angelo a Maria: Verrà lo Spirito e porterà dentro di te il Verbo.

Dice Gesù ai discepoli: Verrà lo Spirito e vi riporterà al cuore tutte le mie parole.

Da duemila anni lo Spirito ripete incessantemente nei cristiani la stessa azione che ha compiuto in santa Maria: incarnare il Verbo, dare vita alla Parola.

Lo fa ad esempio quando leggo il Vangelo: per anni mi accade che le parole scivolino via, come cose che so da sempre, senza presa sul cuore. Poi un giorno succede che una di queste parole all’improvviso si accende, mi pare di sentirla per la prima volta, la pagina del Vangelo palpita, come una lettera indirizzata a me, scritta per me, contemporanea ai miei sogni, alle mie pene, ai miei dubbi.

È lo Spirito che mi ricorda (letteralmente: mi riporta al cuore) le parole di Gesù. Al cuore, non alla mente e lì ti tocca quel Dio «sensibile al cuore» sognato da chi lo attende, per ricevere da Lui forza e coraggio.

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >>  Clicca Qui <<

2024 – Echi di Vita N°19 – CHIAMATI A PENSARE IN GRANDE, A CONTAGIARE LA SPERANZA

Inizia la nostalgia del cielo: Cristo se ne va, ma solo dai nostri sguardi; non penetra al di là delle nubi, ma nel profondo delle cose, nell’intimo delle creature e di Dio.

L’Ascensione del Signore è la celebrazione di due partenze, quella di Gesù verso l’intimo e il profondo; quella degli apostoli, prima Chiesa in uscita, verso gli angoli della terra, ad annunciare qualcosa capace di scardinare il mondo così come l’abbiamo conosciuto.

Andate in tutto il mondo. Che ampio orizzonte in queste parole! È come sentirsi protesi verso tutto, e allargare le braccia per abbracciare ogni cosa, e respirare in comunione con ogni vivente, e sentire il vangelo, la bella notizia, la parola di felicità, dilagare in ogni paesaggio del mondo, come ossigeno e fresca acqua chiara, a portare vita a ogni vita che langue.

E questi saranno i segni… scacceranno i demoni… imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Segni che non sono riservati ai predicatori del vangelo, ma che accompagnano ogni credente: e il primo segno è la vita che guarisce, la gioia che ritorna. Possiamo essere certi che la nostra fede è autentica se conforta la vita e fa fiorire sorrisi intorno a noi. Dio ci rende dei guaritori.

E l’altro segno è parlare lingue nuove: chi crede veramente, si apre all’ascolto dell’altro e acquisisce un’intelligenza del cuore che gli permette di comunicare con tutti, con la lingua universale che è la tenerezza, la cura, il rispetto.

Partirono gli apostoli e il Signore agiva insieme con loro. La traduzione letterale suona così: il Signore era sinergia con loro. Che bella definizione!

Vuoi sapere chi è Gesù? Il vangelo di Marco offre questa perla: Il Signore è energia che agisce con te. Tu e lui, unica energia. Cristo opera con te in ogni gesto di bontà; in ogni parola fresca e viva è lui che parla; in ogni costruzione di pace, è lui che con te edifica il mondo.

E partirono e predicarono dappertutto. Il Signore chiama gli undici a questa navigazione del cuore; sono un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo, li spinge a pensare in grande a guardare lontano: il mondo è vostro!

E questo perché ha enorme fiducia in loro; li ha santificati e sa che riusciranno a contagiare di nascite, di fuoco e di speranza ogni vita che incontreranno. Lo stesso mondo è nostro! «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma, così Papa Francesco per il Giubileo del 2025. Coltiviamo Speranza!

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<

Read More
SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 018

2024 – Echi di Vita N°18 – CHIAMATI AD AMARE COME CRISTO

Una pagina di Giovanni in cui pare custodita l’essenza del cristianesimo, le cose determinanti della nostra fede. C’è un fluire, un fiume grande d’amore che scorre dal cielo, dal Padre al Figlio, dal Figlio a noi. Come la linfa nella vite.

Il Vangelo mi dà una certezza: l’amore non è un sentimento, qualcosa prodotto da me, un mio desiderio, è una realtà. L’amore è: come il Padre ha amato me, io ho amato voi, rimanete in questo amore.

Rimanete, dimorate, abitate, non andatevene.

L’amore è reale come un luogo, un continente, una tenda, ci puoi vivere dentro. È la casa in cui già siamo, come un bimbo nel grembo della madre: non la vede, ma ha mille segni della sua presenza che lo nutre, lo scalda, lo culla.

L’amore è cosa da Dio: amore unilaterale, amore a prescindere, incondizionato.

Che io sia amato dipende da lui, non dipende da me. Il nostro compito è decidere se rimanere o no in questo amore. Ma perché farlo?

Gesù risponde: perché la vostra gioia sia piena.

Il Vangelo è da ascoltare con attenzione, ne va della nostra gioia. L’amore è da prendere sul serio, ne va della nostra felicità.

Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato.

Non semplicemente: amate. Non basta amare, potrebbe essere solo un fatto consolatorio, una forma di possesso o di potere. Ci sono anche amori violenti e disperati.

Aggiunge: amatevi gli uni gli altri. In un rapporto di comunione, un faccia a faccia, una reciprocità.

Non si ama l’umanità in generale, si amano le persone ad una ad una. E poi offre la parola che fa la differenza cristiana: amatevi come io vi ho amato.

Lo specifico del cristiano non è amare, questo lo fanno in molte persone, in molti modi. Ma è amare come Cristo, che cinge un asciugamano e lava i piedi ai suoi; che non manda mai via nessuno; che mentre io lo ferisco, mi guarda e mi ama.

Come lui si è fatto canale dell’amore del Padre, così ognuno farsi canale non intasato, perché l’amore scenda e circoli nel corpo del mondo. Se ti chiudi, in te e attorno a te qualcosa muore. E la prima cosa che muore è la gioia.

Voi siete miei amici. Non più servi, ma amici.

Parola dolce, musica per il cuore dell’uomo. L’amicizia che non si impone, non si finge, non si mendica, dice gioia e uguaglianza. L’Amicizia parla di Dio e Gesù è l’amico che ci fa tutti amici e fratelli.

don Alfredo Di Stefano

Scarica il giornalino in formato PDF >>  Clicca Qui <<