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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 4

2024 – Echi di Vita N°04 – IL SIGNORE E’ VENUTO A LIBERARE L’UOMO

Questo Vangelo ci riporta la freschezza della sorgente, lo stupore e la freschezza dell’origine: la gente si stupiva del suo insegnamento.

Come la gente di Cafarnao, anche noi ci incantiamo ogni volta che abbiamo la ventura di incontrare qualcuno con parole che trasmettono la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte, sull’amore, sulla paura e sulla gioia. Che aiutano a vivere meglio.

Gesù insegnava come uno che ha autorità. Ha autorità chi non soltanto annuncia la buona notizia, ma la fa accadere. Lo vediamo dal seguito del racconto: C’era là un uomo posseduto da uno spirito impuro. La buona notizia è un Dio che libera la vita.

Gesù ha autorità perché si misura con i nostri problemi di fondo, e il primo di tutti i problemi è «l’uomo posseduto», l’uomo che non è libero.

Volesse il cielo che tutti i cristiani fossero autorevoli… E il mezzo c’è: si tratta non di dire il Vangelo, ma di fare il Vangelo, non di predicare ma di diventare Vangelo, tutt’uno con ciò che annunci: una buona notizia che libera la vita, fa vivere meglio, dove nominare Dio equivale a confortare la vita.

Mi ha sempre colpito l’espressione dell’uomo posseduto: che c’è fra noi e te Gesù di Nazaret? Sei venuto a rovinarci?

Gesù è venuto a rovinare tutto ciò che rovina l’uomo, a demolire ciò che lo imprigiona, è venuto a portare spada e fuoco, a rovinare tutto ciò che non è amore.

Per edificare il suo Regno deve mandare in rovina il regno ingannatore degli uomini genuflessi davanti agli idoli impuri: potere, denaro, successo, paure, depressioni, egoismi. È a questi desideri sbagliati, padroni del cuore, che Gesù dice due sole parole: taci, esci da lui. Tace e se ne va questo mondo sbagliato.

Questo Vangelo mi aiuta a valutare la serietà del mio cristianesimo da due criteri:

se come Gesù, mi oppongo al male dell’uomo, in tutte le sue forme;

se come lui porto aria di libertà, una briciola di liberazione da ciò che ci reprime dentro, da ciò che soffoca la nostra umanità, da tutte le maschere e le paure.

Un verso bellissimo di Padre Turoldo dice: Cristo, mia dolce rovina, gioia e tormento insieme tu sei. Impossibile amarti impunemente. Dolce rovina, Cristo, che rovini in me tutto ciò che non è amore, impossibile amarti senza pagarne il prezzo in moneta di vita! Impossibile amarti e non cambiare vita e non gettare dalle braccia il vuoto e non accrescere gli orizzonti che respiriamo.

don Alfredo Di Stefano

 

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 3

2024 – Echi di Vita N°03 – IL REGNO E LA GUARIGIONE DEL MALE DI VIVERE

Marco ci conduce al momento sorgivo e fresco del Vangelo, a quando una notizia bella inizia a correre per la Galilea, annunciando con la prima parola: il tempo è compiuto, il regno di Dio è qui.

Gesù non dimostra il Regno, lo mostra e lo fa fiorire dalle sue mani: libera, guarisce, perdona, toglie barriere, ridona pienezza di relazione a tutti, a cominciare dagli ultimi della fila. Il Regno è Dio venuto come guarigione dal male di vivere, come fioritura della vita in tutte le sue forme.

La seconda parola di Gesù chiede di prendere posizione: convertitevi, giratevi verso il Regno.

C’è un’idea di movimento nella conversione, come nel moto del girasole che ogni mattino rialza la sua corolla e la mette in cammino sui sentieri del sole. Allora: “convertitevi” cioè “giratevi verso la luce perché la luce è già qui“.

Ogni mattino, ad ogni risveglio, posso anch’io “convertirmi“, muovere pensieri e sentimenti e scelte verso una stella polare del vivere, verso la buona notizia che Dio oggi è più vicino, è entrato di più nel cuore del mondo e nel mio, all’opera con mite e possente energia per cieli nuovi e terra nuova.

Credete “nel” Vangelo. Non ‘al’, ma ‘nel’ Vangelo.

Non basta aderire ad una dottrina, occorre buttarsi dentro, immergervi la vita, derivarne le scelte.

Camminando lungo il lago, Gesù vide…

Vede Simone e in lui intuisce Pietro, la Roccia. Vede Giovanni e in lui indovina il discepolo dalle più belle parole d’amore. Un giorno, guarderà l’adultera trascinata a forza davanti a lui, e in lei vedrà la donna capace di amare bene di nuovo.

Il Maestro guarda anche me, nei miei inverni vede grano che germina, generosità che non sapevo di avere, capacità che non sospettavo, lo sguardo di Gesù rende il cuore spazioso. Dio ha verso di me la fiducia di chi contempla le stelle prima ancora che sorgano.

Seguitemi, venite dietro a me. Gesù non si dilunga in motivazioni, perché il motivo è lui, che ti mette il Regno appena nato fra le mani. E lo dice con una frase inedita: Vi farò pescatori di uomini. Come se dicesse: “vi farò cercatori di tesori”. Mio e vostro tesoro sono gli uomini. Li tirerete fuori dall’oscurità, come pesci da sotto la superficie delle acque, come neonati dalle acque materne, come tesoro dissepolto dal campo. Li porterete dalla vita sommersa alla vita nel sole.

Mostrerete che è possibile vivere meglio, per tutti, e che il Vangelo ne possiede la chiave.

don Alfredo Dio Stefano

 

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 2

2024 – Echi di Vita N°02 – TROVARE LA CHIAVE DEL CUORE

Un Vangelo che profuma di libertà, di spazi e cuori aperti: Giovanni indica un altro cui guardare, e si ritrae; due discepoli lasciano il vecchio maestro e si mettono in cammino per sentieri sconosciuti dietro a un giovane rabbi di cui ignorano tutto, eccetto una immagine, una metafora folgorante: ecco, l’agnello di Dio!

Ma nelle parole di Giovanni sta anche la novità assoluta, il capovolgimento totale del nostro rapporto con Dio.

Con Gesù questo contratto religioso è svuotato: Dio non chiede più sacrifici, ora è Lui che viene e si fa agnello, vale a dire sacrifica se stesso; Gesù non prende nulla, dona tutto.

Gesù si voltò e disse loro: che cosa cercate?

Sono le sue prime parole nel Vangelo di Giovanni. Le prime parole del Risorto saranno del tutto simili: Donna, chi cerchi?

Cosa cercate? Chi cerchi? Due domande, un unico verbo, dove troviamo la definizione stessa dell’uomo: l’uomo è un essere di ricerca, con un punto di domanda piantato nel cuore, cercatore mai arreso.

La Parola di Dio ci educa alla fede attraverso le domande del cuore. La prima cosa che Gesù chiede non è di aderire ad una dottrina, di osservare i comandamenti o di pregare, ma di rientrare in se stessi, di conoscere il desiderio profondo: che cosa desideri di più dalla vita?

Scrive san Giovanni Crisostomo: «Trova la chiave del cuore. Questa chiave, lo vedrai, apre anche la porta del Regno».

Gesù, maestro del desiderio, fa capire che a noi manca qualcosa, che la ricerca nasce da una povertà, da una assenza che arde dentro: che cosa ti manca? Salute, denaro, speranza, tempo per vivere, amore, senso alla vita, le opportunità per dare il meglio di me? Ti manca la pace dentro?

Rivolge quella domanda a noi, ricchi di cose, per insegnarci desideri più alti delle cose, e a non accontentarci di solo pane, di solo benessere. Tutto intorno a noi grida: accontentati!

Invece il Vangelo ripete la beatitudine dimenticata:

Beati gli insoddisfatti perché saranno cercatori di tesori. Beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa.

Maestro, dove dimori? La richiesta di una casa, di un luogo dove sentirsi tranquilli, al sicuro. La risposta di Gesù ad ogni discepolo è sempre: vieni e vedrai. Vedrai che il mio cuore è a casa solo accanto al tuo.

don Alfredo Di Stefano

 

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SAN Lorenzo Parrocchia IT - ECHI DI VITA 2024 N 1

2024 – Echi di Vita N°01 – OGNUNO E’ IL PREDILETTO DI DIO

Gesù è il figlio che si fa fratello, che si immerge solidale non tanto nel Giordano, quanto nel fiume dell’umanità, che sempre scorre a rischio sul confine tra deserto e terra promessa, tra fallimento e fecondità della vita. Lo fa perché ogni fratello possa diventare figlio.

Il cuore del Vangelo di Marco è in questa parola: «Tu sei mio figlio amato».

Sostanza di ogni battesimo: ognuno è il figlio prediletto di Dio. Dio preferisce ciascuno.

Uscendo dall’acqua, vide i cieli aprirsi. Il mondo nuovo si presenta come una apertura del cielo: il cielo si apre, vita ne entra, vita ne esce. Si apre e accoglie, come quando si aprono le braccia agli amici, ai figli, ai poveri, all’amato. Il cielo si apre, sotto l’urgenza dell’amore di Dio, l’impazienza di Adamo, l’assedio dei poveri, e nessuno lo richiuderà più. Si apre e dona. Su ogni figlio scende una colomba simbolo dello Spirito, respiro di Dio.

Questa immagine del cielo aperto continua a indicare la nostra vocazione: alzare gli occhi su pensieri altri, su vie alte che sovrastano le nostre vie; sentire che nella nostra vita sono in gioco forze più grandi di noi; che dipendiamo da energie che vengono da altrove, da una fonte fedele e che non viene meno, che alimenta la nostra vita; che non abbiamo in noi la sorgente di ciò che siamo.

Con questa fede possiamo anche noi aprire spazi di cielo sereno, da cui si affacci la giustizia per la nostra terra, dono che diventa conquista. Possiamo aprire speranza, abitare la terra con quella parte di cielo che la compone.

Allora ti prende come una nostalgia, un desiderio di fare qualcosa che assomigli a ciò che è detto di Gesù: «Passò facendo del bene, guarendo la vita da ogni sorta di male»; sintesi ultima, essenziale, struggente e bellissima della vicenda di Gesù, ma anche di ognuna delle nostre vite.

Passare facendo del bene è il senso del nostro pellegrinaggio sulla terra.

Passare fra le cose e le persone senza prendere, solamente amando, donando, perdonando, accendendo, aprendo spazi di cielo sereno. Ricordando il Dio dell’umile presagio di fuoco, Dio della nostra fragilità, Signore della debole fiamma e della grande speranza!

don Alfredo Di Stefano

 

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