Gesù è sulla strada, il luogo che più amava: la strada, che è di tutti, collega i lontani, è libera e aperta,
una breccia nelle mura, ama gli orizzonti.
Ed ecco un tale, uno senza nome, ma ricco, gli corre incontro. Corre, come uno che ha fretta, fretta di
vivere, di vivere davvero. L’uomo senza nome sta per affrontare un grande rischio: interroga Gesù per sapere
la verità su se stesso. «Maestro buono, è vita o no la mia? Cosa devo fare per essere vivo davvero?».
Domanda universale! Gesù risponde elencando cinque comandamenti e un precetto. «Maestro, tutto
questo io l’ho già fatto, da sempre. Eppure…»
Gesù fissò lo sguardo su di lui e lo amò. Lo amò per quel “eppure”, che racconta fame e sete d’altro:
osservare la legge non ha riempito la vita.
Gesù lo fissa. Quell’uomo sente su di sé lo sguardo di Gesù, incrocia i suoi occhi, è preso dal fascino del
Signore, non resiste. Invece la conclusione cammina nella direzione che non ti
aspetti: «Una cosa ti manca, va’, vendi, dona ai poveri…».
Dona. Sarai felice se farai felice qualcuno. Tu non sei ciò che hai, ma ciò che
dai. Dare: verbo pauroso. Noi vogliamo prendere, trattenere, accumulare. Dare ai
poveri. Nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre con il verbo dare.
Ma l’uomo ricco se ne va triste.
Noi tutti abbiamo due vite in tensione tra loro: una è fatta di cose e di quotidiano
e la seconda si nutre di richiami e appelli, di vocazione e sogno.
L’uomo ricco cammina triste: hanno vinto le cose e il denaro; non seguirà più la
vita come appello, ma solo la vita come esistenza ordinaria, ostaggio delle cose.
Per tre volte oggi si dice che Gesù “guardò”: con amore, con preoccupazione,
con incoraggiamento.
La fede altro non è che la mia risposta al corteggiamento di Dio, un’avventura che nasce da un incontro,
quando Dio entra in te e io gli do’ tempo e cuore.
Ecco allora una delle parole più belle di Gesù: tutto è possibile presso Dio. Egli è capace di far passare un
cammello per la cruna di un ago. Dio ha la passione dell’impossibile. Dieci cammelli passeranno. Cosa avremo
in cambio? Avrai in cambio cento fratelli e un cuore moltiplicato.
don Alfredo Di Stefano
Scarica il giornalino in formato PDF >> Clicca Qui <<