Il Vangelo di questa domenica è chiuso tra due parentesi che subito dilatano il cuore.
La prima: inizio del vangelo di Gesù. E sembra quasi una annotazione pratica, un semplice titolo esterno al racconto. Ma il sigillo del senso è nel termine «vangelo» che ha il significato di bella, lieta, gioiosa notizia.
Dio si propone come colui che conforta la vita e dice: «Con me vivrai solo inizi, inizi buoni!».
Perché ciò che fa ricominciare a vivere, a progettare, a stringere legami è sempre una buona notizia, un presagio di gioia, uno straccetto di speranza almeno intravista.
Infatti è così che inizia la stessa Bibbia: Dio guardò e vide che era cosa buona!
La bella notizia di Marco è una persona, Gesù, un Dio che fiorisce sotto il nostro sole.
Ma fioriscono anche altri minimi vangeli, altre buone notizie che ogni giorno aiutano a far ripartire la vita: la bontà delle creature, le qualità di chi mi vive accanto, i sogni coltivati insieme, le memorie da non dimenticare, la bellezza seminata nel mondo che crea ogni comunione.
A noi spetta conquistare sguardi di vangelo! E se qualcosa di cattivo o doloroso è accaduto, buona notizia diventa il perdono, che lava via gli angoli oscuri del cuore.
Infine la parentesi finale: Viene dopo di me uno più forte di me.
Giovanni non dice: verrà, un giorno. Non proclama: sta per venire, tra poco, e sarebbe già una cosa grande. Ma semplice, diretto, sicuro dice: viene.
Giorno per giorno, continuamente, adesso Dio viene. Anche se non lo vedi, anche se non ti accorgi di lui, viene, in cammino su tutte le strade. Si fa vicino nel tempo e nello spazio.
Il mondo è pieno di tracce di Dio.
Dio che si fa vicino, che è qui, dentro le cose di tutti i giorni, alla porta della tua casa, ad ogni risveglio. La presenza del Signore non si è rarefatta in questo mondo distratto, il Regno di Dio non è stato sopraffatto da altri regni: l’economia, il mercato, l’idolo del denaro.
La buona notizia è una storia gravida di futuro buono per noi e per il mondo, gravida di luce perché Dio è sempre più vicino, vicino come il respiro, vicino come il cuore.
Vicino come la Vergine Madre, nostra Patrona, che ci dice che la grazia di Dio è dentro di noi e ci colma di gioia.
don Alfredo Di Stefano
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