Un giorno ed è Natale. E ci sentiamo ancora una volta impreparati. La liturgia allora ci prende per mano e ci accompagna, additando colei che meglio ha vissuto l’attesa di Dio: santa Maria.
Con lei come modello, di colpo capiamo che cosa è il Natale: non il ricordo di un fatto storico accaduto in quel tempo, ma l’accoglienza di un fatto che avviene ora: l’incarnazione di un Dio che già germina in me.
Il Vangelo dell’annunciazione comincia con sette nomi propri (sette è il numero della completezza) di luoghi e persone che affollano la pagina di Luca e mostrano che il venire di Dio coinvolge la totalità della vita. Maria è così importante perché è il punto di incontro tra Dio e la materialità della nostra vita.
«L’angelo entrò da lei», nella sua casa: un giorno qualunque, in un luogo qualunque, un annuncio consegnato nell’intimità, nella normalità di una casa. È nella casa che Dio ti sfiora, ti tocca. Lo fa in un giorno di festa, nel tempo delle lacrime, quando dici alle persone che ami parole che si sognano eterne. È così bello pensare che Dio ti sfiora ogni Domenica o in giorni speciali, ma soprattutto nella vita comune! Come nella Messa il sublime confina con una tovaglia, un calice e un pane, così nella casa l’immenso si insinua nelle piccole cose finite di ogni giorno.
La prima parola dell’angelo è “ch’ire”, gioisci, sii felice; non dice: «fai, alzati, inginocchiati, prega»; solo: «gioisci». Il primo Vangelo è lieta notizia e precede qualunque tua risposta.
La fede ha radice nella gioia. Il perché della gioia è detto con la parola successiva: «piena di grazia», riempita della vita di Dio, sei amata teneramente, gratuitamente, per sempre.
Ecco il nome di Maria: «amata per sempre». Il mio nome.
L’angelo aggiunge: Il Signore è con te. In questa mia vita inadeguata il Signore è con me. In questa mia vita distratta e invasa, il Signore è ancora con me. L’angelo fa eco all’antica parola: sono stato con te, dovunque sei andato. Parole di un Dio innamorato, che nessuna creatura potrà mai dirti, per quanto ti ami; nessuno può affermare: sono stato con te, dovunque, sempre.
Nessuno sarà con me dovunque io andrò. Nessuno è stato con me in tutti i passi che ho compiuto, che ho perduto, che ho ritrovato, Dio solo.
E quando Gesù lascerà i suoi, l’ultima parola sarà eco della prima: Io sarò con voi tutti i giorni, fino al consumarsi del tempo, al compiersi dell’incarnazione.
Un Natale, per vivere nella gioia la presenza di Cristo, illuminato del Vangelo della pace e della fraternità.
AUGURI!!!!!!!
don Alfredo Di Stefano
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