Le mie pecore ascoltano la mia voce.
È bello il termine che Gesù sceglie: la voce.
Prima ancora delle cose dette conta la voce, che è il canto dell’essere.
Riconoscere una voce vuol dire intimità, frequentazione, racconta di una persona che già abita dentro di te.
Prima delle tue parole, tu.
Ascoltano la mia voce e mi seguono.
Non dice: mi obbediscono. Seguire è molto di più: significa percorrere la stessa strada di Gesù, uscire dal labirinto del non senso, vivere non come esecutori di ordini, ma come scopritori di strade.
Vuol dire: solitudine impossibile, fine dell’immobilismo, camminare per nuovi orizzonti, nuove terre, nuovi pensieri.
Chiamati, noi e tutta la Chiesa, ad allenarci alla sorpresa e alla meraviglia per cogliere la voce di Dio, che è già più avanti, più in là.
E perché ascoltare la sua voce? La risposta di Gesù: perché io dò loro la vita eterna. Ascolterò la sua voce perché, come una madre, Lui mi fa vivere, la voce di Dio è pane per me.
Per una volta almeno, fermiamo tutta la nostra attenzione su quanto Gesù fa per noi. Lo facciamo così poco.
I maestri di quaggiù sono lì a ricordarci doveri, obblighi, comandamenti, a richiamarci all’impegno, allo sforzo, all’ubbidienza. Molti cristiani rischiano di scoraggiarsi perché non ce la fanno. Ed io con loro.
Allora è bene, è salute dell’anima, respirare la forza che nasce da queste parole di Gesù: io dò loro la vita eterna.
Vita eterna vuol dire: vita autentica, vita per sempre, vita di Dio, vita a prescindere.
Prima che io dica sì, Lui ha già seminato in me germi di pace, semi di luce che iniziano a germinare, a guidare i disorientati nella vita verso il paese della vita. «Nessuno le strapperà dalla mia mano».
La vita eterna è un posto fra le mani di Dio. Siamo passeri che hanno il nido nelle sue mani. E nella sua voce. Siamo bambini che si aggrappano forte a quella mano che non ci lascerà cadere.
Da questa vigorosa certezza, che per Dio io sono indimenticabile, che niente e nessuno mai mi potrà separare e strappare via, prende avvio la mia strada nella vita: essere anch’io, per quanti sono affidati al mio amore e alla mia amicizia, cuore da cui non si strappa, mano da cui non si rapisce.
don Alfredo Di Stefano
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