Daily Archives : 26 marzo 2020

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Parrocchia San Lorenzo - Echi di Vita 008 _ 2020

2020 – Echi di Vita N°08 – RINUNCIARE AL RANCORE, ALLA RABBIA… BENEFICIARE DELL’AMORE DI DIO

Una serie di situazioni molto concrete: schiaffo, tunica, miglio. E soluzioni in sintonia: l’altra guancia, il mantello, due miglia.

La semplicità del vangelo!

Gesù parla della vita con le parole proprie della vita. Niente che un bambino non possa capire, nessuna teoria astratta e complicata, ma la proposta di gesti quotidiani, la santità di ogni giorno, che sa di abiti, di strade, di gesti, di polvere. E di rischio.

E poi apre feritoie sull’infinito: siate perfetti come il Padre, siate figli del Padre che fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni. Fare ciò che Dio fa, essere come il Padre, qui è tutta l’etica biblica.

E che cosa fa il Padre? Fa sorgere il sole.

Mi piace questo Dio solare, luminoso, splendente di vita, il Dio che presiede alla nascita di ogni nostro mattino. Il sole, come Dio, non si merita, si accoglie. E Dio, come il sole, si trasforma in un mistero gaudioso, da godere prima che da capire.

Fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni.

Addirittura Gesù inizia dai cattivi, forse perché i loro occhi sono più in debito di luce, più in ansia.

Se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra.

Cristo degli uomini liberi, padroni delle proprie scelte anche davanti al male, capaci di disinnescare la spirale della vendetta e di inventarsi qualcosa, un gesto, una parola, che faccia saltare i piani e che disarmi.

Così semplice il suo modo di amare e così rischioso.

E tuttavia il cristianesimo non è una religione di battuti e sottomessi, di umiliati che non reagiscono. Come non lo era Gesù che, colpito, reagisce chiedendo ragione dello schiaffo. E lo vediamo indignarsi, e quante volte, per un’ingiustizia, per un bambino scacciato, per il tempio fatto mercato, per il cuore di pietra dei pii e dei devoti.

Non passività, non sottomissione debole, quello che Gesù propone è una presa di posizione coraggiosa: tu porgi, fai tu il primo passo, cercando spiegazioni, disarmando la vendetta, ricominciando, rammendando tenacemente il tessuto continuamente lacerato dalla violenza. Credendo all’incredibile: amate i vostri nemici. Gesù intende eliminare il concetto stesso di nemico. Amatevi, altrimenti vi distruggerete.

È tutto qui il Vangelo.

Violenza produce violenza, in una catena infinita. Io scelgo di spezzarla. Di non replicare su altri ciò che ho subito, di non far proliferare il male. Ed è così che inizio a liberare me nella storia.

Allora siate perfetti come il Padre… con il suo stile fatto di tenerezza, di combattiva tenerezza.

don Alfredo Di Stefano

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Parrocchia San Lorenzo - Echi di Vita 007 _ 2020

2020 – Echi di Vita N°07 – GUARIRE IL CUORE PER GUARIRE LA VITA

Avete inteso che fu detto, ma io vi dico…” Gesù non annuncia una nuova morale più esigente e impegnativa. Queste, che sono tra le pagine più radicali del Vangelo, sono anche le più umane, perché qui ritroviamo la radice della vita buona.

Il discorso della montagna vuole condurci alla radice, lungo una doppia direttrice: la linea del cuore e la linea della persona e della comunità.

Il grande principio di Gesù è il ritorno al cuore, che è il laboratorio dove si forma ciò che poi uscirà fuori e prenderà figura di parola, gesto, atto. È necessario guarire il cuore per guarire la vita.

Fu detto: non ucciderai; ma io vi dico: chiunque si adira, chiunque alimenta dentro di sé rabbie e rancori, è già omicida.

Gesù risale alla radice prima, a ciò che genera la morte o la vita. E che san Giovanni esprimerà in un’affermazione colossale: «Chi non ama suo fratello è omicida». Cioè: chi non ama uccide. Non amare qualcuno è togliergli vita; non amare è un lento morire.

Ma io vi dico: non giurate affatto; il vostro dire sia sì, sì; no, no. Dal divieto del giuramento, Gesù arriva al divieto della menzogna. Di’ la verità sempre, e non servirà più giurare. Così porta a compimento, sulla linea del cuore, le conseguenze già implicite nella legge antica.

E poi la linea della persona: Se tu guardi una donna per desiderarla, sei già adultero. Non dice: se tu, uomo, desideri una donna; se tu, donna, desideri un uomo. Il desiderio è un servitore indocile, ma importante. Dice: Chi guarda per desiderare, e vuol dire: se tu guardi solo per il tuo desiderio, se guardi il suo corpo per il tuo piacere, allora tu pecchi contro la sua persona. Tu allora sei un adultero, nel senso originario di adulterare: tu falsifichi, tu inquini, tu impoverisci la persona. Perché riduci a oggetto per te, a corpo “usa e getta” la persona, che invece è abisso, oceano, cielo, angelo, profondità, vertigine.

Pecchi non tanto contro la legge, ma contro la profondità e la dignità della persona, che è icona di Dio. Perché la legge è sempre rivelazione dei comportamenti che fanno crescere l’uomo in umanità, o che ne diminuiscono l’umanità e la grandezza, che è come dire rivelazione di ciò che rende felice l’uomo.

È un unico salto di qualità quello che Gesù propone, la svolta fondamentale: passare dalla legge alla persona, dalla persona alla comunità, (se tuo fratello..), dall’esterno all’interno, dalla religione del fare a quella dell’essere. Il ritorno al cuore, là dove nascono i grandi «perché» delle azioni.

Allora il vangelo è facile, umanissimo, anche quando dice parole come queste, che danno le vertigini.

don Alfredo Si Stefano