Maria di Nazareth entra nella storia mentre è in ascolto di un angelo, e traccia il primo passo per chi vuole entrare in un rapporto vero con le creature, uomini o angeli: l’arte dell’ascolto. Ci mostra come fare spazio nella nostra vita all’ingresso della luce. Fa spazio alla luce chi ha saputo creare un’oasi di ascolto. È necessario molto silenzio per ascoltare la voce di Dio.
A quelle parole Maria rimase turbata. Un attimo di smarrimento ed è un attimo che, nella nostra vita, può durare anni. E se pure hai detto “sì” una volta, non sei mai al riparo dallo smarrimento. Ma: non temere, Maria. Dio entra nella vita, che è fatta anche di turbamenti, di emozioni confuse e porta nuove stelle polari. Entra nella vita, anche se è inadeguata. O forse proprio per questo! Non temere la tua debolezza, gli uomini non finiscono mai di essere pronti. Ma Dio salva.
Come è possibile? Non conosco uomo. Mentre Zaccaria domandava all’angelo un segno, Maria domanda il senso. Porre domande è stare davanti al Signore con tutta la dignità di uomo: accetto il mistero, ma uso anche tutta la mia intelligenza. Dico quali sono le mie strade e poi accetto strade al di sopra di me. Ma avverto il pericolo di far dire a Dio ciò che Dio non dice, e interrogo e cerco il senso.
Infine appare lo stile di Dio: ti coprirà con la sua ombra. La potenza si fa ombra. L’Altissimo si vela di carne, quasi si nasconde, ombra su di una ragazza, fremito nel suo grembo. Non lo troverai negli abbagli delle visioni, nello splendore del tempio, ma nella vita, che è un’anfora di ombre. Nel buio di un grembo sta la luce della vita.
Solo la madre sapeva che era figlio di un annuncio del seme che sta nella voce di un angelo. Per entrare e dimorare nella vita, Dio si veste sempre di povertà, degli umili panni del servo.
Non si impone, va cercato. E sarà accolto e generato solo da chi sa vivere in se stesso l’impegno di essere servo, come lui: eccomi sono la serva del Signore. La vicinanza di Dio crea servizio. In tutta la Bibbia, in tutta la storia. Inscindibilmente, servizio a Dio e all’uomo.
Oggi ancora l’angelo ripete per noi le tre parole essenziali: non temere, verrà il Signore e ti riempirà la vita. Solo le donne, le madri, conoscono l’attesa, essa è iscritta fisicamente nel loro corpo. Si attende non per una mancanza, ma per una pienezza, non per una assenza da colmare, ma per una sovrabbondanza di vita che già urge.
Si attende per generare, il vento dello Spirito gonfia la vita.
don Alfredo Di Stefano
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