Undici chilometri da Gerusalemme: Èmmaus è il simbolo della distanza dalla fede e dal mistero della Pasqua.
Èmmaus rappresenta i nostri spazi, quando siamo tentati di tornare nel nostro piccolo angolo, lontani dalla comunione con gli altri, chiusi, feriti; finito il sogno in cui tanto avevamo sperato.
Due ore di cammino fatto insieme e Cristo già si fa vicino, lo fa in ogni esperienza d’amicizia. Due ore a parlare di lui, ed è il secondo segno della sua «ardente presenza».
Non è più qui… hanno detto gli angeli. Egli è per le strade del mondo, rallenta i suoi passi al ritmo dei nostri, dentro la polvere delle nostre strade, quando sulla mia fede scende la sera.
Gesù si avvicinò e camminava con loro.
Il Signore ci raggiunge nella nostra vicenda quotidiana di viandanti. E cambia il cuore, gli occhi e il cammino di ciascuno. Il primo miracolo è così dolce da non accorgersene subito, così necessario da entrare senza imporsi: mentre lo sconosciuto spiega le Scritture, il «cuore lento» inizia a riempirsi di un calore nuovo.
Che cosa fa ardere il cuore?
La scoperta è racchiusa in una sola parola: la croce. La croce è la gloria. Non un incidente, ma la pienezza dell’amore. Parola che, seminata nel cuore, lo cambia. E cambia la comprensione dell’intera vita.
Resta con noi, perché si fa sera.
Egli rimase con loro. Da allora Cristo entra sempre, se appena lo desidero.
La parola ha cambiato il cuore, il pane cambia gli occhi dei discepoli: lo riconobbero allo spezzare del pane.
Il segno di riconoscimento di Gesù, il suo stile unico, è il suo corpo spezzato e dato, vita data per nutrire la vita.
Il cuore del Vangelo è spezzare anch’io per mio fratello il mio pane, o il tempo, e condividere con lui cammino.
La parola e il pane insieme cambiano il cammino di ogni discepolo: partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme.
Partire verso i fratelli, partire come se la notte non dovesse venire più, partire con il sole dentro.
La fuga triste diventa corsa gioiosa: non c’è più notte, né stanchezza, né distanza, il cuore è acceso, gli occhi vedono. Non patiscono più la strada, la respirano, respirando Cristo, che è in cammino con ogni uomo in cammino.
Così lo penso e lo sogno il nostro ritorno in comunità fra poco!
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