“Il Vescovo non raduna il popolo intorno alla propria persona o alle proprie idee, ma intorno a Cristo presente nella sua Parola e nel Sacramento del Suo Corpo e del Suo Sangue”.
Con queste parole di Papa Francesco, don Alfredo domenica mattina, al termine della Messa, si è rivolto al Vescovo per salutarlo e ringraziarlo per la Visita Pastorale, che stava per concludersi.
Ed ha proseguito così:
Il Vangelo odierno ci ha fatto incontrare Giovanni il Battista, il quale di fronte a Gesù, che ingrossa le file dei peccatori per ricevere il battesimo, usa una espressione di grande meraviglia: “E tu vieni da me!”.
Giovanni si sente così inadeguato e così piccolo di fronte alla grandezza del Figlio di Dio che gli chiede il dono del Battesimo da voler rifiutare tale richiesta.
“E tu vieni da me!” è l’espressione che tanti in questi giorni hanno ripetuto. Penso agli anziani, ai malati, ai bambini del catechismo, agli operai delle fabbriche, agli operatori parrocchiali. Tanti sono rimasti stupiti della sua affabilità, della sua vicinanza, della sua presenza in mezzo al popolo santo di Dio: “E tu vieni da me!”.
Grazie, Eccellenza, perché ci ha fatto sperimentare l’unità nella preghiera e l’unità nella Chiesa.
Le tre parole che Dio rivolge al Figlio nel Battesimo, squarciando i cieli, sono le tre parole che oggi sentiamo risuonare nel nostro cuore.
La prima parola è Figlio. Il Figlio è Colui che compie le stesse cose del Padre, fa ciò che il Padre fa, gli assomiglia in tutto.
Eccellenza, lei ci ha fatto sentire figli di una Chiesa, proprio perché il Vescovo è segno dell’unità e anche il segno della paternità nella Chiesa.
La seconda parola è “Amato”, rivolta da Dio al Figlio e credo che sia cosa bella e importante che ogni cristiano si senta figlio amato da Dio.
Il suo è un amore fortemente misericordioso e Lei, Eccellenza, in questi giorni, ci ha ricordato questo amore, buono e misericordioso, lento all’ira e ricco di grazia che il Signore, a piene mani, dona a ciascuno di noi.
L’ultima parola è “mio compiacimento”. Un termine un po’ inusuale, ma così bello, che deriva dal verbo “piacere”: tu mi piaci, mi rendi felice ed è bello stare con te.
A noi è piaciuto stare con Lei, Eccellenza, e ci auguriamo che lei abbia provato con noi lo stesso piacere.
“Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno”, sono le belle parole dell’apostolo Paolo negli Atti degli Apostoli (15,36).
Noi l’aspettiamo, Eccellenza, perché ritorni a visitarci ancora e a stare con noi, .
Qui in questi giorni è scesa la parola del Signore, qui in questi giorni abbiamo celebrato la Pasqua di fraternità e di comunione, ci siamo sentiti Chiesa amata da Dio e dal Pastore, che Dio ci ha donato.
Grazie di cuore!.
don Alfredo Di Stefano