Daily Archives : 11 giugno 2019

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2019 N 23

2019 – Echi di Vita N°23 – RIMANERE, INSEGNARE, RICORDARE!!!

Il Padre vi darà un altro ‘Paràclito: nome che significa ‘Colui che è chiamato accanto‘, ‘Uno accanto a noi‘, a nostro favore, non ‘contro’ di noi; perché quando anche il cuore ci accusi, ci sia qualcuno più grande del nostro cuore: nostro Difensore. Perché quando siamo sterili e tristi, sia accanto come vento che porta pollini di primavera, come fuoco che illumina la notte: Creatore e Consolatore. Perché quando siamo soli, di solitudine nemica, sia colui che riempie la casa, il Dio vicino, che avvolge, penetra, fa volare ad altezze nuove i pensieri, dà slancio a gesti e parole, sulla misura di quelli di Cristo.

Rimarrà con voi per sempre, vi insegnerà ogni cosa, vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Tre verbi pieni di bellissimi significati profetici: «rimanere, insegnare e ricordare». Che rimanga con voi, per sempre. Lo Spirito è già qui, ha riempito la casa. Se anche io non sono con Lui, Lui rimane con me. Se anche lo dimenticassi, Lui non mi dimenticherà. Nessuno è solo, in nessuno dei giorni.

Vi insegnerà ogni cosa: lo Spirito ama insegnare, accompagnare oltre verso paesaggi inesplorati, dentro pensieri e conoscenze nuovi; sospingere avanti e insieme: con lui la verità diventa co­munitaria, non individuale.

Vi ricorderà tutto: vi riporterà al cuore gesti e parole di Ge­sù, di quando passava e guariva la vita e diceva parole di cui non si vedeva il fondo.

Il racconto degli Atti degli Apostoli lo sottolinea con annotazioni precise: venne dal cielo d’improvviso un vento impetuoso e riempì tutta la casa.

La casa dove gli amici erano insieme. Lo Spirito non si lascia sequestrare in luoghi particolari che noi diciamo riservati alle cose del sacro. Qui sacra diventa la casa. La mia, la tua, tutte le case sono ora il cielo di Dio.

Venne d’improvviso, e i discepoli sono colti di sorpresa, non erano preparati, non era programmato. Lo Spirito non sopporta schemi, è un vento di libertà, fonte di libere vite. Apparvero lingue di fuoco che si posavano su ciascuno. Su ciascuno, su ciascuno di noi. Nessuno escluso, nessuna distinzione da fare. Tocca ogni vita, è creatore e vuole creatori; è fuoco e vuole per la sua Chiesa coscienze accese e non intorpidite o acquiescenti.

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2019 N 22

2019 – Echi di Vita N°22 – GESU’ ENTRA NEL PROFONDO DI TUTTE LE VITE

Ascensione, alla ricerca con Cristo di un crocevia tra terra e cielo, di una fessura aperta sull’oltre, su ciò che dura al di là tramonto del giorno: sapere che il nostro amare non è inutile, ma sarà raccolto goccia a goccia e vissuto per sempre; che il nostro lottare non è inutile; che non va perduta nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza.

Il Vangelo ci pone in bilico tra cielo e terra, in una perenne ascensione, sospinge in avanti e verso l’alto. Guardiamo i tre gesti ultimi di Gesù: invia, benedice, scompare.

Inizia su quell’altura la “Chiesa in uscita“. Inizia con l’invio che chiede agli apostoli, un cambio di sguardo. Devono passare da una comunità, da una Chiesa che mette se stessa al centro, che accende i riflettori su di sé, da una Chiesa centripeta ad una Chiesa che si mette al servizio del cammino ascensionale del mondo, al servizio dell’avvenire dell’uomo, della vita, della cultura, della casa comune, delle nuove generazioni.

Così la Chiesa, sapendo che il suo annuncio è già preceduto dalla presenza discreta di Dio, dall’azione mite e possente dello Spirito, è inviata al servizio dei germi santi che sono in ciascuno.

Per ridestarli.

Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse.

Una lunga benedizione sospesa, in eterno, tra cielo e terra veglia sul mondo. La maledizione non appartiene a Dio, lo dobbiamo testimoniare. Il gesto definitivo di Gesù è benedire. Il mondo lo ha rifiutato e ucciso e lui lo benedice. Benedice me, così come sono, nelle mie amarezze e nelle mie povertà, in tutti i miei dubbi benedetto, nelle mie fatiche benedetto.

Mentre li benediceva si staccò da loro.

La Chiesa nasce da quel corpo assente. Ma Gesù non abbandona i suoi, non se ne va altrove nel cosmo, ma entra nel profondo di tutte le vite. Non è andato oltre le nubi ma oltre le forme: se prima era insieme con i discepoli, ora sarà dentro di loro, forza ascensionale dell’intero cosmo verso più luminosa vita.

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2019 N 21

2019 – Echi di Vita N°21 – CHIAMATI A LASCIARCI AMARE DA DIO

Se uno mi ama, osserverà la mia parola.

Affermazione così importante da essere ribadita subito al negativo: chi non mi ama, non osserva le mie parole, non riesce, non ce la può fare, non da solo.

Una limpida constatazione: solo se ami il Signore, allora e solo allora la sua Parola, il tuo desiderio e la tua volontà cominciano a coincidere.

Come si fa ad amare il Signore Gesù? L’amore verso di lui è un’emozione, un gesto, molti gesti di carità, molte preghiere o sacrifici? No. Amare comincia con una resa, con il lasciarsi amare. Dio non si merita, si accoglie.

E noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

Noi siamo il cielo di Dio, abitati da Dio intero, Padre Figlio e Spirito Santo. Un cielo trinitario è dentro di noi. Ci hanno spesso insegnato che l’incontro con il Signore era il premio per le nostre buone azioni. Il Vangelo però dice altro: se, come Zaccheo, ti lasci incontrare dal Signore, allora sarà lui a trasformarti in tutte le tue azioni.

Ci è rivolta qui una delle parole più liberanti di Gesù: il centro della fede non è ciò che io faccio per Dio, ma ciò che Dio fa per me. Al centro non stanno le mie azioni, buone o cattive, ma quelle di Dio, il Totalmente Altro che viene e mi rende altro.

Il primo posto nel Vangelo non spetta alla morale, ma alla fede, alla relazione affettuosa con Dio, allo stringersi a Lui come un bambino si stringe al petto della madre e non la vuol lasciare, perché per lui è vita.

Lo Spirito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

Una affermazione colma di bellissimi significati profetici.

Due verbi: Insegnare e Ricordare. Sono i due poli entro cui soffia lo Spirito: la memoria cordiale dei grandi gesti di Gesù e l’apprendimento di nuove sillabe divine; le parole dette «in quei giorni» e le nuove conquiste della mente e dell’anima che lo Spirito induce.

Colui che in principio covava le grandi acque e si librava sugli abissi, continua ancora a covare le menti e a librarsi, creatore, sugli abissi del cuore.

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San Lorenzo Parrocchia - ECHI DI VITA 2019 N 20

2019 – Echi di Vita N°20 – AMARE GLI ALTRI: NON “QUANTO” MA “COME “HA FATTO GESU’

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri.

Ma si può comandare di amare? Un amore imposto è una caricatura, frustrante per chi ama, ingannatore per chi è amato. Amare, nella logica del Vangelo, non è un obbligo, ma una necessità per vivere, come respirare: abbiamo bisogno tutti di molto amore per vivere bene. È comandamento nel senso di fondamento del destino del mondo e della sorte di ognuno: amatevi gli uni gli altri, cioè tutti, altrimenti la ragione sarà sempre del più forte, del più violento o del più astuto.

«Nuovo» lo dichiara Gesù.

In che cosa consiste la novità di queste parole se anche nella legge di Mosè erano già riportate: amerai il prossimo tuo come te stesso?

Essa emerge dalle parole successive. Gesù non dice semplicemente «amate». Non basta amare, potrebbe essere solo una forma di possesso e di potere sull’altro, un amore che prende tutto e non dona niente. Ci sono anche amori violenti e disperati. Amori molto tristi e perfino distruttivi.

Il Vangelo aggiunge una parola particolare: amatevi gli uni gli altri. In un rapporto di comunione, in un faccia a faccia, a tu per tu. Nella reciprocità: amore dato e ricevuto; dare e ricevere amore è ciò su cui si pesa la felicità di questa vita. Non si ama l’umanità in generale; si ama quest’uomo, questo bambino, questo straniero, questo volto. Immergendosi nella sua intimità concreta. Si amano le persone ad una ad una, volto per volto. Ma la novità evangelica non si riduce soltanto a questo. Gesù aggiunge il segreto della differenza cristiana: come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri.

Lo specifico del cristiano non è amare, lo fanno già molti, in molti modi, sotto tutti i cieli. Bensì amare come Gesù. Non quanto lui, impossibile per noi vivere la sua misura, ma come, con lo stile unico di Gesù, con la rivoluzione della tenerezza combattiva, con i capovolgimenti che ha portato. Libero e creativo, ha fatto cose che nessuno aveva fatto mai: se io vi ho lavato i piedi così fate anche voi, fatelo a partire dai più stanchi, dai più piccoli, dagli ultimi. Gesù ama per primo, ama in perdita, ama senza contare. Venuto come racconto inedito della tenerezza del Padre.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri. Non basta essere credenti, dobbiamo essere anche credibili. Dio non si dimostra, si mostra.

 

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